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Adnkronos
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Pubblicato il
16 giu 2011
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Ferragamo: "Un dovere quotarsi in Italia". Debutto in borsa il 29 giugno
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16 giu 2011
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Tentati da Hong Kong prima di optare per la quotazione a Piazza Affari? Assolutamente no, "facciamo tutto made in Italy e abbiamo ritenuto un dovere restare in Italia e sostenere il nostro bel Paese". Lo assicura Ferruccio Ferragamo, chairman della maison fiorentina, in occasione della presentazione dell'offerta pubblica di vendita per l'ammissione alla quotazione in Borsa che avverrà presumibilmente il 29 giugno.
Ferruccio Ferragamo |
"Abbiamo analizzato circa un anno fa la possibilità" della quotazione a Hong Kong "e ci è sembrato un controsenso. Noi facciamo tutto made in Italy e stampare certificati azionari in cinese ci sembrava buffo. Ci sentiamo molto italiani e riteniamo un dovere rimanere in Italia e sostenere questo bel paese". Insomma Hong Kong "è stata esclusa oltre un anno fa quando ancora non sapevamo di altre aziende italiane che si quotavano a Hong Kong".
"L'azienda è partita dal nulla con mio padre che sognava di fare scarpe", afferma ancora Ferruccio Ferragamo. "Le ha fatte bellissime. C'è stata una grande crescita. Quando è mancato l'azienda si è diversificata grazie a mia madre, sia in termini di prodotti sia di mercato - continua -. L'azienda è cresciuta ed è cresciuta molto anche la famiglia. Oggi sono oltre 70 i discendenti di Salvatore e Wanda Ferragamo e noi abbiamo pensato, senza furia, fretta e urgenze, che avere un'azienda quotata, forte managerialmente e forte dal punto di vista della struttura, fosse più proiettata nel tempo e desse delle garanzie".
Salvatore Ferragamo |
Secondo quanto comunicato dal presidente della maison, l'azienda si pone l'obiettivo di mettere a dividendo il "40-50% dell'utile". Intanto Francesco Spila di Mediobanca, responsabile del collocamento dell'offerta e sponsor della Salvatore Ferragamo, dice che "il book dell'Ipo sta andando molto molto molto bene. Gli investitori sono diversificati - chiarisce Spila - americani e anche asiatici".
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