AFP
6 mag 2015
Estée Lauder resiste al dollaro forte grazie ai prodotti per il trucco
AFP
6 mag 2015
Il gruppo statunitense di cosmetici Estée Lauder è riuscito a limitare nel terzo trimestre le conseguenze derivanti dal dollaro forte, grazie alle solide vendite dei suoi prodotti per il trucco, che gli hanno permesso di raggiungere il proprio obiettivo di fatturato annuo.

Nel periodo di tre mesi chiuso a fine marzo, terzo trimestre dell'esercizio 2014-2015, Estée Lauder ha superato le attese. Il gruppo ha registrato un utile netto di 272,1 milioni di dollari, in aumento del 28% in un anno. Questo risultato si traduce in un utile per azione adjusted, riferito a Wall Street, di 71 centesimi, contro i 64 centesimi previsti in media dagli analisti.
Il fatturato trimestrale ha raggiunto i 2,58 miliardi di dollari, in leggera crescita (dell'1%) in un anno. I mercati puntavano su 2,54 miliardi di dollari.
La divisione dei prodotti per il make up ha compensato il calo dei prodotti di bellezza, che hanno registrato un fatturato di 1,10 miliardi di dollari (-3%), mentre i prodotti per il trucco presentano una progressione del 7%, a 1,08 miliardi di dollari. I ricavi generati dai profumi sono invece diminuiti del 3%, a 263,2 milioni di dollari.
Per zone geografiche, le Americhe si comportano bene (aumento delle vendite del 4% in un anno), mentre l'Europa, il Medio Oriente e l'Africa segnano il passo (-1%) e l'Asia-Pacifico è in surplace (stabilità).
Per l'esercizio fiscale che si deve chiudere a fine giugno 2015, il proprietario dei marchi Clinique e La Mer si aspetta un incremento delle vendite compreso tra il 6 e il 7% a tassi di cambio costanti, contro la previsione dal 2% al 3% precedente.
L'utile per azione dovrebbe collocarsi fra i 2,92 e i 2,97 dollari. Gli analisti anticipano invece un utile per azione di 2,78 dollari, per vendite nette attorno a 10,78 miliardi di dollari, pari a un incremento dell'1,7% rispetto al 2014 (10,97 miliardi).
Come numerose multinazionali, Estée Lauder vede diminuire il proprio fatturato quando converte in dollari le vendite realizzate in valute locali nei Paesi stranieri in cui dispone di un grande serbatoio di clienti. L'estero rappresentava più della metà dei ricavi nel terzo trimestre. Il gruppo afferma di contare sulla domanda in Cina, nel Regno Unito e in Australia per resistere.
Versione italiana di Gianluca Bolelli; fonte: AFP
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