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26 set 2014
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Esprit torna a generare utili

Pubblicato il
26 set 2014

Esercizio finanziario di transizione per Esprit. Ancora un altro... molti potrebbero osservare; però stavolta il brand, che sta mettendo in pratica una chiara strategia di verticalizzazione del proprio business model, sembra in grado di raggiungere i suoi obiettivi, ottenendo una (prevista) stabilizzazione dell'attività nell'esercizio attuale e un ritorno alla crescita a partire dal seguente. Nel frattempo, nel corso dell'ultimo esercizio, chiuso il 30 giugno, Esprit è tornato a generare utili.


Il marchio mostra infatti un utile al lordo di interessi e imposte pari a 36 milioni di euro (361 milioni di dollari di Hong Kong), contro la perdita di 420 milioni ottenuta un anno prima (4,2 miliardi). Una prodezza legata alla drastica riduzione dei costi operativi, diminuiti di quasi un terzo. Jose Manuel Martinez, a capo dell'azienda da due anni ed ex Inditex, aveva avvisato: “Ogni linea di spesa verrà scrupolosamente esaminata e rivista”.

In termini di vendite, però, Esprit è sempre in ribasso, ma il CEO, con le cifre sott'occhio, precisa che questo calo corrisponde a quello della superficie commerciale.

E così il fatturato del brand è diminuito, a tasso di cambio costante, del 9,9%, a poco più di 2,4 miliardi di euro (24 miliardi di dollari di Hong Kong). Nello stesso tempo però, le superfici di vendita di Esprit sono calate in egual misura, o persino di più. Quindi, in metri quadrati e considerando tutti i tipi di superficie combinati insieme, esse sono diminuite di oltre il 10%, confortando la direzione nelle sue previsioni di una stabilizzazione del giro d'affari per metro quadrato.

A titolo di esempio, il numero di franchising in Europa è passato in un anno da più di 1.000 a 931 e in Cina da più di 500 a solamente 305. E' proprio in Cina che Esprit ha avuto i problemi maggiori. Il fatturato locale vi è calato di oltre il 28%, a circa 170 milioni di euro.

"Siamo stati uno dei primi marchi Occidentali ad insediarsi in Cina. La sfida per noi era quella del cambiamento di mentalità delle équipe in loco, che devono lottare per realizzare le vendite giornaliere", ha commentato semplicemente il CEO, ricordando che la nuova direzione locale è già all'opera.

In Europa, le vendite sono regredite del 6,3%, a quasi due miliardi di euro. Infine, come in passato, il wholesale è stato molto più complicato da gestire. Le vendite all'ingrosso sono precipitate di oltre il 16%, a più di 850 milioni, mentre il retail limita il calo al 6%.

Jose Manuel Martinez non comunica le previsioni sull'esercizio in corso, ma lo sviluppo del nuovo concept di negozio, che al momento riguarda meno di 200 unità, continuerà ad un ritmo moderato.

Martinez riconosce che sono stati fatti degli errori con il lancio del concept nel 2011. Secondo lui, questo non integrava gli elementi retail, come il focus sul prodotto, l'easy to shop (taglie, colorazioni..) e la facilità nel riporre i vestiti. “Elementi chiave del retail” insomma, ma l'ultima apertura realizzata a Berlino corrisponde già a questo progetto.

Per quanto riguarda il piano di chiusura di succursali, dei 61 negozi interessati, solamente undici sono stati chiusi e altri undici dovrebbero esserlo quest'anno, ma l'impatto di questi provvedimenti è già stato integrato nel bilancio finanziario. Per concludere, come previsto Esprit sta preparando con un team autonomo il lancio di every.day.counts. Come FashionMag Premium ha annunciato, il primo flagship-test di questo nuovo marchio sarà inaugurato il 16 ottobre ad Amsterdam.

Bruno Joly (Versione italiana di Gianluca Bolelli)

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