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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
16 giu 2018
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Ermenegildo Zegna: alta sartoria atletica con Oscar Niemeyer

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
16 giu 2018

Ottima la sfilata di moda di Ermenegildo Zegna, che ha acceso la sessione estiva delle passerelle maschili di Milano con una collezione di alta sartoria atletica davvero originale e presentata in un contesto fantastico, venerdì sera.

Ermenegildo Zegna - PE 2019 - Menswear - Milano - Photo: PixelFormula


Dopo una stagione europea di maggio e giugno di Cruise Collection femminili disturbata da acquazzoni e rovesci, le stelle si sono allineate positivamente per il direttore creativo di Zegna, Alessandro Sartori, che si è potuto avvalere di un tramonto degno di Tiepolo. I modelli camminavano lungo una pista metallica di 100 metri – decorata con l’emblema del triplo nodo, firma di Zegna Couture – collocata in mezzo al lago che sta di fronte al bellissimo quartier generale della casa editrice Mondadori, disegnato da Oscar Niemeyer.
 
Un’astuta miscela di tessuti da atletica, dettagli sartoriali, rifiniture artistiche e stampe avanguardiste, che ha aperto alla grande la Fashion Week di Milano.

Difficile immaginare uno sfondo migliore per questa collezione per la primavera-estate 2019, che ha esteso la definizione di sartoria maschile a un nuovo paradigma. Lo stilista Alessandro Sartori è stato spesso influenzato dall’architettura; e il tetto di cemento increspato dell'edificio è stato richiamato in una serie di grandi e fluttuanti pantaloni da pigiama e da lavoro in seta, indossati con vistose giacche a quadri doppiopetto o con giubbotti.
 
“Costruire un nuovo guardaroba per un uomo innamorato della sartorialità, ma che non vuole solo un'altra giacca classica. Invece, perché non un tessuto classico in una nuova silhouette o un abito-bomber; o un giubbotto con pantaloni abbinati?”, ha dichiarato Sartori nel cocktail post-show, prima di posare per le foto con l’attore Dev Patel.
 
Una fusione di atletica e sartoria, con pantaloni a strisce tagliati maliziosamente e giacche dai motivi tartan sparpagliati; o notevoli abiti in pelle completamente idrorepellenti della leggerezza di una piuma. Il tutto in una fresca tavolozza maschile estiva di grigi, oliva e altri colori lucenti. Ma soprattutto il suo madras degradé: materiale del quale ogni quattro metri il marchio modifica leggermente la stampa grazie a una nuova tecnologia – quindi non ci saranno mai due giacche uguali.
 
“Fondamentalmente uso il nostro atelier di alta sartoria su misura come un laboratorio. Vedo il mio team di design ogni giorno e dico loro: ‘Proviamo questo!’. Molti pantaloni non hanno punti esterni, ma sono cuciti all'interno”, ha spiegato il designer, che si è anche concesso un po’ di umorismo in pezzi come le classiche shopping bag Zegna per camicie, che non erano fatte di carta, ma di pelle lucida.
 
La sfilata ha avuto il suo culmine con quelle che Sartori chiama “stampe ricordo”, realizzate mescolando oggetti sul pavimento del suo studio – come statue muscolose, scarpe, copertine di libri, mazze da golf.
 
“Ho immaginato la mia vita attraverso le stampe”, ha sorriso, mentre i suoi occhi osservavano il maestoso edificio.

Ermenegildo Zegna - PE 2019 - Menswear - Milano - Photo: PixelFormula


In effetti, Sartori ha consacrato l’edificio più famoso ed importante della Milano del XX secolo (che però è contemporaneamente il meno conosciuto e visitato della città). Disegnato dal brasiliano Oscar Niemeyer per Mondadori, il palazzo quartier generale della casa editrice è stato inaugurato nel 1975.
 
“Quest’anno rappresenta il 50° anniversario del prêt-à-porter Zegna, nato nel 1968.  Uno dei primi stilisti assunti da Zegna è stato Emilio Pucci con i suoi motivi curvilinei, in una Milano che in quel momento, grazie a figure come Ettore Sottsass, nella moda e nel design stava sbocciando, nell’esatto periodo in cui Niemeyer venne per la prima volta in città. I Mondadori gli commissionarono il palazzo nel 1968, che fu completato solo 7 anni dopo. Così, durante quei sette anni, Niemeyer venne a Milano costantemente, venendone influenzato. E quella è l'energia che volevo sfruttare”, ha concluso Sartori.
 
Si tratta dell’edificio più rappresentativo ed emblematico di Niemeyer in Europa, probabilmente l’architetto più influente del XX secolo. Costruito quando fu costretto a lasciare il Brasile natio durante la dittatura militare che ha governato la sua patria per due decenni fino al 1985. Un vero cittadino del mondo, come il giovanissimo cast di modelli (più africano e asiatico che caucasico) e la grande colonna sonora (da Alan Parsons a un remix di “Paradise Garage” dei Massive Attack). Tutto ciò ha aggiunto un nuovo, e gradito, livello di emozione a Zegna, marchio che storicamente ha sempre avuto un’immagine aziendale un po’ fredda e inamidata.
 
Nel 1966 Niemeyer si trasferì a Parigi dove doveva costruire il quartier generale del Partito Comunista in Place du Colonel Fabien, ma il suo lavoro a Milano con le sue curve astratte esprime al meglio la sua fama di “scultore di monumenti”. Infatti, l'edificio Mondadori richiama direttamente il progetto di Niemeyer per il Palazzo Presidenziale di Brasilia, la nuova capitale del Brasile pianificata e costruita negli anni ’50 e inaugurata nel 1960, che è stata principalmente progettata da lui.
 
Leggendario maniaco del lavoro, come Sartori, Niemeyer è morto 104 anni nel 2012. Si può solo immaginare quanto avrebbe amato questo show.

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