Ansa
15 set 2014
Ennio Capasa alle prese con 'Un mondo nuovo'
Ansa
15 set 2014
E' scritto da uno stilista, ma non è un libro sulla moda: "Un mondo nuovo" di Ennio Capasa, designer di Costume National, è un po' romanzo di formazione, un po' racconto di viaggio, ma è soprattutto un invito ai lettori a uscire dai binari della consuetudine, a sfidare se stessi e le proprie abitudini, come ha fatto lo stesso creativo quando, poco più che ventenne, dalla sua Puglia, andò in Giappone a lavorare per Yohji Yamamoto.
Il libro, come spiega lo stesso stilista nell'introduzione, è nato dalla promessa fatta a Fumi, la madre di Yamamoto, di mettere nero su bianco i ricordi di quegli anni passati insieme. "La mia prima reazione alla sua richiesta è stata 'ma non ricordo niente', poi invece - racconta lo stilista - le storie sono emerse in maniera molto autentica e spontanea e mi sono divertito molto a fissare i momenti come fotografie, affidandomi alla memoria visiva".
All'epoca, erano i primi anni Ottanta, Capasa era l'unico straniero tra i 300 dipendenti di Yamamoto, creativo tra i più venerati di allora. Di quell'esperienza nel libro Capasa non racconta tanto i dettagli tecnici e lavorativi, quanto la percezione di essere un giovane in un mondo nuovo, tra fatica ed eccitazione, stanchezza e stupore.
Ecco così una carrellata di episodi quotidiani, dai pasti a base di tempura alle sere in discoteca, e altri più insoliti, come la vacanza in un atollo deserto nelle Filippine, che però era il rifugio di un gruppo di guerriglieri, la scoperta del 'bondage' con una collega affamata di sesso, un brutto 'viaggio' a base di oppio in un villaggio della Birmania dove era andato a cercare delle stoffe.
E poi veniali errori di gioventù: il giro in motorino senza documenti, pagato con una notte in cella; le telefonate fatte dall'ufficio a casa, quando non c'era ancora Skype e un paio di intercontinentali costavano come una settimana di stipendio. Senza dimenticare le esperienze più legate alla moda, dal debutto come modello a New York agli insegnamenti di Yamamoto, dalle feste milanesi allo shopping nei grandi magazzini di Mao. Notti di follia temperate da immersioni nella natura, nei templi zen, nella contemplazione dei ciliegi in fiore.
Un percorso umano e professionale basato sulla curiosità e sull'osservazione, che è anche - sottolinea lo stilista - un invito ai giovani, cui ricorda che: "spesso siamo vittime di consuetudini che non ci appartengono ma che ci costringono su binari prefissati, invece possiamo essere molto più liberi di quanto pensiamo, basta fare uno sforzo per andare oltre e per conoscere nuovi lati anche di se stessi". Perché "i viaggi non sono mai solo esteriori, sono un cammino nella crescita che non finisce mai perché bisogna conservare sempre - dice - la capacità di sorprendersi".
Senza rimpianti per il passato, nemmeno per i luccicanti anni Ottanta della moda: "prima ci vestivamo tutti uguali, oggi - nota Ennio - il consumatore è maturato molto, è diventato l'autore di se stesso e noi siamo dei suggeritori di mondi". Mondi nuovi come il Giappone dei suoi 20 anni, di cui Capasa ha parlato alla Galleria Carla Sozzani di Milano, dove insieme a Ivan Cotroneo e Stefania Rocca, ha presentato il 12 settembre il suo libro, edito da Bompiani.
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