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30 set 2013
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Emilio Pucci: inaugurato il nuovo "Palazzo" di Parigi

Di
Ansa
Pubblicato il
30 set 2013

E' stata inaugurata, lo scorso 28 settembre, con una grande festa, la nuova grande boutique parigina di Emilio Pucci, al 46 di avenue Montaigne.

L'esterno del nuovo Palazzo Pucci di Parigi


Tanti ospiti gli famosi, da Roberto Bolle a Noomi Rapace, da Iggy Azalea a Poppy Delavigne, da Dolores Chaplin a Eugenie Niarchos, da Jessica Hart ad Alexandra Richards figlia del chitarrista dei Rolling Stones.

Il negozio funziona a pieno ritmo da tre settimane e dimostra come questi importanti investimenti finanziari si ripaghino: le vendite giornaliere sono cresciute del 30% e in alcuni giorni sono perfino raddoppiate rispetto al vecchio negozio, stessa strada ma atmosfera meno grandiosa e sofisticata.

Questo infatti è Palazzo Pucci a Parigi, accuratamente studiato, fin nella riservatezza elegante delle cabine di prova, dal direttore creativo del marchio, Peter Dundas, e dall'architetto Joseph Dirand.

Palazzo Pucci nella raffinatezza dei suoi due piani, che vengono mostrati con orgoglio dal vicepresidente Laudomia Pucci (insieme alla madre Cristina, vedova del marchese Emilio, detiene ancora il 33% della società) accoglie la cliente che vuole osare il look nuovissimo e coraggioso proposto stagione dopo stagione da Dundas, ma anche quella che preferisce il famoso jersey con le coloratissime stampe della tradizione.

L'interno del nuovo Palazzo Pucci a Parigi


Lo stile richiama quello della maison, perfino il pavimento, in seminato di marmo, ricalca una fantasia di stampa del 1966, denominata "Torre". Il concept del negozio, già sperimentato in piccolo nelle ristrutturazioni di altri negozi, a Londra come a Roma e a Miami, diventerà il segno comune delle nuove aperture.

Il marchio attualmente ha 50 negozi (di cui 30 diretti) e arriverà a 60 entro il 2014. Verranno inaugurati ad esempio due boutique a Pechino, un secondo negozio a Shangai, ma sono in programma aperture anche in USA, Brasile, Medio Oriente.

"Appoggiarsi a un grande sistema di gruppo, come è LVMH, significa - spiega l'amministratore delegato di Pucci, Alessandra Carra - poter fare queste operazioni molto più facilmente. La dimensione è molto importante, ma anche la qualità: se LVMH acquisisce un marchio è perché ci crede e quindi poi lo spinge. Ma nel modo giusto: tutta la filiera del valore di Emilio Pucci è rispettata, siamo un'azienda italiana, produciamo tutto in Italia".

Cifre non vengono fornite, ma si riesce a sapere che la crescita di Pucci è molto forte, oltre il 20% quest'anno. Ed è interessante la geografia del fatturato: gli USA valgono un quarto delle vendite, il Giappone rappresenta il 20%, l'Europa allargata ad est vale il 50% compresa l'Italia, che da sola rappresenta il 14% del fatturato.

Una storia incredibile quella del marchio Pucci, rimasto sempre attuale e poi ridiventato anche di moda. Pucci è dappertutto, non solo nelle sue grandi e maestose vetrine, ma anche in bellissimi corner nei negozi multimarca, ai quali la maison tiene molto. "Non credo che la formula vincente - spiega infatti Carra - sia basata solo sui flagship store, noi crediamo molto nei negozi di pregio che scelgono e vendono le collezioni Pucci. Per noi questi buyer sono il polso del mercato, quando si dirigono verso un abito io capisco che sarà quello di maggior successo".

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