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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
24 feb 2018
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Donatella Versace tiene banco a Palazzo Reale

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
24 feb 2018

La casa della Medusa ha cambiato location quest’anno per le sue sfilate spostandosi a Palazzo Reale. Alla conclusione del défilé, Donatella Versace è uscita per l’inchino-applauso con tutto l'aplomb di una regina della moda.

Versace - Autunno-Inverno 2018/19 - Prêt-à-porter Donna - Milano - © PixelFormula


Uno show pieno d'azione e ritmo; ricco di proposte di abbigliamento sportivo hipster molto commerciali, metri e metri di tartan, stampe classiche e una serie di riferimenti cool all'accessorio chiave dell'attuale stagione europea: l’hijab.
 
La sfilata si è aperta e chiusa con Natalia Vodianova, prima avvolta in un cappotto da spia della Stasi realizzato in pelle cerata color rubino, appollaiata su un paio di mules borchiate; più tardi in un mini abito da cocktail molto pop di seta consumata, con motivi astratti.

Anche se il momento definitivo del défilé è stato rappresentato da un duetto con le star delle passerelle Edie Campbell e Rianne van Rompaey, un tripudio di colori che comprendeva tute-pantacollant, gonne techno-tribali, colletti rotondi e tanti, tantissimi capelli.       
 
“I clan di Versace sono incoronati come veri sovrani moderni”, ha detto Donatella in una chat privata con i media nel pomeriggio prima dello show.
 
Come nella sfilata di gennaio durante la stagione dell’abbigliamento maschile, anche qui – in effetti si è trattato di una collezione co-ed – è stato molto presente il tema università americane, con sciarpe da college, calze a rombi Argyle, gonne plissettate a motivi tartan davvero preppy, seppure tagliate come per andare ad un indecente party notturno. Meduse ovunque – su girocolli, orecchini, bottoni e borse. Tutto molto commerciale, in pieno stile Versace.
 
E, distribuiti un po’ dappertutto, hijab. I più memorabili erano indossati da tre vedove impertinenti in cerca di prede, fuori in caccia tutte di nero vestite, ma con gambe interminabili interamente scoperte; occhiali da sole alla Jackie O sul naso e tutte e tre con un velo hijab sulla testa.
 
Donatella è uscita a salutare ricevendo un discreto applauso, sentendosi chiaramente a casa nella Sala delle Cariatidi, bellissima stanza mai restaurata completamente dopo i bombardamenti degli Alleati nella Seconda Guerra Mondiale, piena di statue e colonne giganti, al primo piano di Palazzo Reale. La sala era stata la cornice di un importante pranzo di benvenuto due giorni prima, riservato a giornalisti, professionisti e buyer del settore recatisi in città per la stagione delle sfilate. Tutti là anche per celebrare l’apertura della splendida mostra retrospettiva sulla moda nella Penisola, intitolata “Italiana”.
 
Mostra nella quale alcune delle creazioni più belle in esposizione erano indiscutibilmente della maison Versace. Donatella sedeva nel tavolo d’onore, vera Regina di un pasto letteralmente stipato di designer: Pierpaolo Piccioli, Angela Missoni, Jean-Paul Gaultier, Arthur Arbesser, Andrea Incontri, Neil Barrett e i gemelli Caten di DSquared2. Un momento che faceva molto “Unità d’Italia”, guidati dall’inventivo AD della Camera della Moda, Carlo Capasa.
 
Ma la stella che brillava di più, in quel pranzo e sulla passerella, era indubbiamente Donatella.

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