Ansa
16 mar 2015
Dolce & Gabbana e Elton John: scoppia la polemica sui figli in provetta
Ansa
16 mar 2015
"Non mi convincono i figli della chimica, i bambini sintetici, uteri in affitto, semi scelti da un catalogo": le dichiarazioni di Domenico Dolce sui figli in provetta hanno scatenato le ire di Elton John, che dai suoi account social ha lanciato l'hashtag-fatwa "boycottDolceGabbana", cui hanno aderito artisti come Ricky Martin e Courtney Love, che ha promesso di fare un falò dei suoi vestiti firmati Dolce e Gabbana.

"Come vi permettete di dire che i miei meravigliosi figli sono 'sintetici'?", ha scritto il cantante, che ha due figli ottenuti con la fecondazione in vitro con il marito David Furnish, intimando a Dolce e Gabbana di "vergognarsi per aver puntato i loro ditini contro la fecondazione in vitro".
"Il vostro pensiero arcaico è fuori tempo: proprio come le vostre creazioni di moda". Sul profilo Instagram di Elton John è comparso un commento di una sola parola, 'Fascist!', firmato da quello che sembrava Stefano Gabbana, ma è stato cancellato.
Nella polemica è entrata Courtney Love: "Ho appena raccolto tutti i miei vestiti Dolce e Gabbana e li voglio bruciare. Non ho parole. Boicottiamo la bigotteria insensata" ha scritto la vedova Cobain, postando un'immagine intitolata 'Volta & Gabbana' che abbina la copertina di Vanity Fair del 2005, dove i due stilisti posavano in mezzo a dei bambini sotto il titolo 'Il desiderio di essere padri', a quella di 'Panorama' con il titolo 'Viva la famiglia (tradizionale).
Anche la tennista Martina Navratilova, che ha appena sposato la sua compagna, ha giurato che non indosserà mai più capi del duo: "Le mie magliette D&G finiranno nel bidone, non voglio che nessuno le indossi". A Dolce e Gabbana si è rivolto direttamente anche Ricky Martin, che è l'orgoglioso padre di due gemelli, avuti in provetta grazie a una madre surrogata: "Le vostre voci sono troppo potenti per spargere così tanto odio. Sveglia, siamo nel 2015, amate voi stessi ragazzi!".
Dalla Thailandia, dove sono in vacanza, i due stilisti hanno cercato di smorzare la polemica con una nota. "Sono siciliano - spiega Dolce - e sono cresciuto con un modello di famiglia tradizionale, fatto di mamma, papà e figli. So che esistono altre realtà ed è giusto che esistano, ma nella mia visione questo è quello che mi è stato trasmesso, e con questi i valori dell'amore e della famiglia. Io sono cresciuto così, ma questo non vuol dire che non approvi altre scelte. Ho parlato per me, senza giudicare le decisioni altrui".
Nell'intervista a 'Panorama' Domenico dice di non poter avere un figlio perché gay, Stefano invece confessa che lui un figlio lo farebbe subito. Sul suo profilo Instagram infatti in questi giorni Gabbana ha smentito di aver preso posizione contro le adozioni gay.
Poi ha ironicamente postato sempre su Instagram, con l'hashtag #boycottDolceGabbana, tanti commenti alla vicenda trovati sui social, comprese immagini di capi Dolce e Gabbana buttati nella spazzatura. "Noi abbiamo parlato del nostro modo di sentire la realtà, ma non era nostra intenzione esprimere un giudizio sulle scelte degli altri. Noi crediamo - conclude Gabbana - nella libertà e nell'amore".

L'uscita di Dolce e Gabbana sulla famiglia tradizionale - tema comunque molto caro al duo, che ha lanciato la campagna #DGfamily e ha dedicato la sua ultima collezione alle mamme, portando in passerella modelle incinte, tra cui la top Bianca Balti - ricorda da vicino il passo falso di Guido Barilla, che aveva detto no agli spot con i gay e dopo una forte campagna di boicottaggio è stato costretto a fare dietrofront, tanto che ora l'azienda di famiglia è diventata una delle più attive per la promozione dei diritti degli omosessuali. Certo che - si scherza sul web - prima di boicottare Dolce e Gabbana bisognerebbe potersi permettere di comprare un loro abito.
"Solidarietà a Dolce e Gabbana e a tutte le vittime dell'integralismo gender che attacca in maniera violenta chiunque osi difendere democraticamente l'istituto del matrimonio e della famiglia fondati sulla complementarietà tra uomo e donna". Così in una nota congiunta l'assessore alle Culture di Regione Lombardia Cristina Cappellini e la collega assessore all'Istruzione Valentina Aprea sono intervenute sulle polemiche esplose dopo che i due stilisti italiani avevano affermato il loro no alle adozioni gay e ai "figli della chimica che non hanno mamma e papà".
"Le campagne denigratorie - continuano i due assessori - che sempre più spesso vengono scatenate dall'estremismo Lgbt contro chi manifesta liberamente il proprio pensiero sul tema del matrimonio e della famiglia, delle adozioni o del ricorso alla pratica dell'utero in affitto da parte di coppie gay, deve destare allarme e portarci a fare riflessioni serie".
"Il comportamento di chi - conclude la nota - dietro il paravento dell'anti discriminazione, mira a imporre un nuovo modello di società, stravolgendo le fondamenta stesse delle nostre comunità, oltre a essere deprecabile é pericoloso perché spesso si attua attraverso la scuola e facendo leva sul pensiero dei bambini, come testimoniano alcuni programmi didattici diffusi in alcune città italiane, iniziative a cui, come Regione Lombardia, continueremo a opporci".
Mentre la parlamentare del gruppo Misto, Barbara Saltamartini ha scritto sulla propria pagina facebook: "Da Elton John campagna intollerante e illiberale contro Dolce e Gabbana, siamo al fondamentalismo omosessuale. #iostoconDolceeGabbana".
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