Pubblicato il
9 mag 2010
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Disney si dà al design con Cappellini
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9 mag 2010
9 mag 2010
9 mag 2010 – Che cos'hanno in comune Topolino/Mickey Mouse, l'eroe di Disney, e Cappellini, una delle firme più autorevoli del design italiano? Risposta: 5 modelli di sedie, presentati nel corso dell'ultimo Salone del Mobile di Milano, che prossimamente saranno prodotti in serie limitata.
![]() Disney insieme a Cappellini |
L'associazione dei due brand potrebbe sembrare sorprendente, o peggio fuori luogo o “out of target”, ma non secondo Dario Rinero, direttore generale di Poltrona Frau, il gruppo che ha acquistato Cappellini nel 2004. «Disney racconta delle storie e fa sognare, un po' come fa il design, che cerca anch'esso di suscitare emozioni». Si potrebbe poi aggiungere un certo gusto per il colore comune alle due aziende, che si esprime attraverso questi 5 pezzi. Due fra loro sono firmati da designer francesi: Patrick Norguet per la poltrona “Multicolour Rive Droite” e Christophe Pillet per la “Y's De Lux”, sobria sedia rivestita di pelle bianca, ricamata con l'effigie (appena visibile) di Topolino. Molto personali e originali, nonché immediatamente riconoscibili, gli sgabelli “Ruban” (cioè “Nastro”, vedi foto) decorati dalle celebri orecchie.
Disney Consumer Products, che commercializza i prodotti derivati e sotto licenza del gruppo, precisa che l'operazione è guidata, da parte statunitense, da Walt Disney Signature. Questo nuovo marchio ha per obiettivo gli adulti, ai quali intende riservare dei prodotti concepiti per il «lifestyle» di alta gamma. Il seguito dipenderà dal successo in negozio di questa «capsule collection». Ma Giulio Cappellini, il fondatore dell'azienda ideatrice della collezione, parla dei primi frutti di una partnership che punta a realizzare degli oggetti per la vita di tutti i giorni dotati, grazie alla magia Disney, nientedimeno che delle qualità di un'opera d'arte.
E ricordiamo sempre, per dirla con Walt Disney in persona, che tutto questo ha avuto inizio da un topo...
(Versione italiana di Gianluca Bolelli; fonte: Les Echos)
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