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26 mag 2015
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Diesel lotta alla contraffazione per proteggere il suo brand

Pubblicato il
26 mag 2015

Diesel sferra un attacco in piena regola a protezione del brand. Dopo l’arrivo di Nicola Formichetti alla direzione artistica, l’azienda ha dato il via a un “reboot” del marchio, curando maniacalmente la qualità e il posizionamento del proprio prodotto. Il CEO di Diesel Alessandro Bogliolo ha lanciato un programma globale per difendere e proteggere i valori di creatività e innovazione che Diesel ha da sempre nel suo DNA. Avvalendosi di strumenti che coprono tanto la sfera del mercato online, quanto quella delle frontiere internazionali, molta attenzione è stata rivolta alla lotta alla contraffazione e al commercio illecito, con azioni di controllo e tutela che hanno già portato importanti risultati*.

Diesel


Nel 2014 Diesel ha aperto un’azione legale presso la Corte Federale degli Stati Uniti a New York contro 83 siti che vendevano illegalmente prodotti (contraffatti) a marchio Diesel utilizzando la tecnica del cybersquatting e quindi utilizzando il nome del marchio nel dominio.

Al momento a livello globale sono stati chiusi 3.346 siti, sono state inviate oltre 4.000 diffide, 19.000 siti sono stati fatti delistare da Google; si stima che si siano evitate oltre 700.000 visite a marketplace illegali e sono state rimosse 9.200 aste

I controlli effettuati in collaborazione con le dogane internazionali hanno consentito di confiscare oltre 60.000 prodotti in uscita dalla Cina nel solo 2013, e 75.000 nel 2014; oltre 80.000 capi sono stati sequestrati in dogane della Comunità Europea; in Portogallo si è di recente chiusa un’operazione di requisizione di 290.000 capi di underwear prodotti illegalmente.

L’ultimo significativo successo in ordine di tempo è stato registrato quest’anno quando Diesel ha riottenuto la proprietà del marchio in Indonesia dopo una battaglia legale durata 23 anni.

“Le legislazioni internazionali proteggono molto poco i brand e, se un’azienda nota come la nostra non riesce a ottenere giustizia se non in tempi biblici, figuriamoci cosa può succedere ai giovani stilisti che si affacciano oggi su un mercato così competitivo.”, ha commentato Renzo Rosso, fondatore di Diesel.
 
A queste importanti azioni di difesa del marchio si aggiunge un tassello ulteriore: una revisione della distribuzione, che prevede una riduzione di 85 milioni di euro in vendite wholesale, raggiunta selezionando i clienti più in linea con il posizionamento desiderato. “Non abbiamo esitazioni a compiere scelte radicali. Dopo 37 anni di successi, Diesel ha bisogno di una cura detox per ripartire ancora più forte, stimolando una crescita organica nella direzione che abbiamo definito per il suo nuovo corso”, ha concluso Alessandro Bogliolo.

 

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