Corneliani si rafforza negli Stati Uniti e sui suoi mercati principali
Corneliani ha messo in pratica da un anno una nuova strategia, che l’ha portata a rafforzare il management e a curare maggiormente il marketing e la distribuzione. Nel giugno del 2016, la firma italiana di abbigliamento maschile di lusso ha ceduto il 51% del proprio capitale al fondo d’investimento del Bahrein, mentre il resto è ancora posseduto da una parte della famiglia fondatrice, sempre attiva in azienda.

In quell’occasione, il nuovo azionista aveva annunciato l’adozione di un piano di sviluppo “ambizioso e molto aggressivo”, con l’obiettivo di raddoppiare il fatturato della griffe nei successivi 5 o 6 anni, attraverso l’apertura di numerosi negozi. La situazione dopo un anno non riflette ancora le ambizioni manifestate, dato che il marchio annuncia di aver ottenuto il medesimo fatturato di 110 milioni di euro che aveva ottenuto nel 2015. L’Italia è il suo primo mercato, con il 30% delle vendite, seguito da Russia e Medio Oriente.
Arrivato al posto di comando dell’azienda nel luglio del 2016, l’AD Paolo Roviera si è essenzialmente dedicato a preparare il terreno e a consolidare le posizioni di Corneliani nei suoi principali mercati. E quindi ha potenziato il team di gestione sul continente americano nominando Maurizio Mantovani al timone dell’area Americhe.
Il manager, che ha lavorato a lungo negli Stati Uniti per il concorrente Ermenegildo Zegna, sarà spalleggiato da Sean Hieter, che è appena stato nominato “vicepresidente delle vendite” per la divisione americana. “Abbiamo preso delle persone che conoscono molto bene quel mercato. L’idea è di costruire, nei prossimi due o tre anni, una rete distributiva all’ingrosso più corposa nel Nord America, area che è stata trascurata da Corneliani nel corso degli anni”, ha detto Paolo Roviera a FashionNetwork.com.
Gli USA rappresentano il 10% del fatturato totale della griffe, il sui obiettivo è di raggungere il 20% entro 3 anni. Per il momento distribuito in 65 punti vendita multimarca, tra i quali 15 shop-in-shop all’interno di department store, Corneliani non pensa ad aprire dei negozi monomarca a breve termine.
Anche la Francia è uno sbocco importante per Corneliani, che ha appena aperto un suo spazio alle Galeries Lafayette ed è alla ricerca di una location in rue Saint-Honoré. La griffe è già presente a Parigi con un corner al Bon Marché e una boutique in proprio al numero 44 di avenue George V.
Attualmente, la casa di moda dispone di 10 boutique monomarca gestite in proprio e 80 in franchising, e ha visto il numero dei clienti multimarca passare da 850 a 650 in un anno. "Abbiamo condotto una pulizia della rete, soprattutto in Italia, ma anche negli USA, effettuando una selezione maggiore per concentrarci sui clienti più importanti", ha spiegato il CEO.

"Vogliamo aumentare il livello della distribuzione del marchio, perché i nostri prodotti siano maggiormente valorizzati in negozio. Noi non viogliamo vendere una sola categoria di prodotti”, prosegue.
Altra scelta strategica è quella di privilegiare il merchandising, con la nomina, avvenuta lo scorso anno, al fianco di Paolo Roviera, di Stefano Gaudioso come General Merchandising Manager, e quella in novembre di una direttrice marketing, Cristina Cavatore. “Abbiamo voluto riorganizzare il brand in modo che comprenda i bisogni del mercato e vi risponda, e che sia meno egocentrico”, sottolinea il dirigente.
A seguito della cessione al fondo del Bahrein, il figlio del fondatore Carlalberto Corneliani, Sergio Corneliani, che da anni si occupava della direzione creativa, ha lasciato la società. La collezione è ora disegnata dallo studio e non sfila più da giugno 2016. Tuttavia, è ancora presentata a Milano, dove in giugno svelerà la stagione primavera-estate 2018, ma Corneliani pensa anche di tornare al Pitti Uomo il prossimo anno.
Versione italiana di Gianluca Bolelli
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