Gianluca Bolelli
27 giu 2016
Carven mette in mostra uno spirito più sportivo
Gianluca Bolelli
27 giu 2016
E' una vera performance quella alla quale hanno potuto assistere i 300 invitati all'evento organizzato alla “Galleria Nikki Diana Marquardt” dal marchio francese Carven dopo l'annuncio del suo cambio di proprietà, con il gruppo Bluebell che è diventato suo azionista principale e Sophie de Rougemont nuova CEO del brand.
Per la sua terza collezione per Carven, Barnabé Hardy ha sconvolto i codici delle presentazioni e sfilate sostituendo i tradizionali modelli con i danzatori del collettivo “I could never be a dancer”, su musica dell'artista e Dj Yuksek, con un grande elastico che ha animato lo spazio e i vari passaggi dei ballerini.
Sempre creativo, ma con un lato più sportivo (una direzione nella quale nelle prossime stagioni dovrebbe svilupparsi la linea maschile di Carven) il guardaroba PE 2017 continua la linea stilistica tradizionale instillata da Barnabé Hardy, “uno spirito creativo e indossabile” spiega, “destinato a continuare nelle prossime collezioni, con un'attenzione particolare ai tessuti, che continuiamo a sviluppare in esclusiva ed interessandoci agli uomini della strada”.
Una collezione che si è aperta con una serie di capi ispirati al tema del volo e della leggerezza, con Barnabé Hardy che si è ispirato alle mongolfiere, alle piume e ai palloncini per le scelte dei motivi e degli stampati su camicie e sweats, prendendo anche a prestito le forme delle carte geografiche e delle tonalità della terra vista dal cielo, oppure dei motivi etnici.
Tra gli altri vestiti “forti”, i parka in nylon rosso, kaki o fluo ultra fluidi sono stati particolarmente accentuati, così come la serie di giacche in seersucker bicolori o reversibili e i vari modelli di completini-short in versione unita, in percalle a quadretti seersucker o a strisce.
Oltre al prêt-à-porter, la linea Uomo di Carven si consoliderà nel segmento degli accessori l'estate prossima con l'ampliamento della linea di calzature, totalmente ibridate (con un mix fra scarpe da barca e da basket o sandali), che giocano sui tessuti stampati etnici pixelati o sulla rivisitazione della Dr Martens in versione leggera. La gamma si completa con alcuni modelli di borse, compresa la famosa “banana” completamente rivisitata.
Alexis Chenu (Versione italiana di Gianluca Bolelli)
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