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23 mar 2016
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Canepa: col brevetto SavetheWater risparmiati 230 mila metri cubi d'acqua

Di
APCOM
Pubblicato il
23 mar 2016

Oltre 230.000 metri cubi di acqua risparmiata nel 2015 complessivamente nell'ambito delle diverse produzioni tessili Canepa: è il contributo concreto che l'azienda italiana, leader mondiale nella tessitura serica di fascia alta, porta in dote alla Giornata Mondiale dell'Acqua.


Un risparmio conseguito grazie al brevetto del progetto "SAVEtheWATER", che utilizzando una sostanza di origine naturale, atossica, biocompatibile e biodegradabile, ottenuta dalla chitina contenuta nell'esoscheletro dei crostacei, consente di ridurre fino al 90% il consumo di acqua e nella stessa percentuale il consumo di energia oltre la totale eliminazione degli inquinanti nel ciclo di tessitura della seta. Il progetto, è realizzato nell'insediamento di Melpignano, in provincia di Lecce, insieme alla Tessitura del Salento a seguito di un contratto di programma stipulato con la Regione Puglia.

Solo lo scorso anno, oltre ai consumi di acqua sono stati raggiunti risparmi di energia per oltre 1.230.000  Kw. Risparmi che, complessivamente, in termini economici ammontano a circa 350.000 euro. E a cui si affiancano i benefici derivanti dalla totale eliminazione di sostanze altamente inquinanti come il PVC e la metacrillamide. Coerentemente al suo impegno per una moda sostenibile, Canepa ha anche aderito, prima impresa tessile al mondo, alla campagna Detox di Greenpeace, per una supply chain della moda trasparente e libera da sostanze tossiche.

"Proprio perché fermamente siamo consapevoli dell'importanza della tutela e della salvaguardia dell'acqua - sostiene Elisabetta Canepa, presidente dell'omonimo Gruppo - abbiamo avviato una collaborazione con il professore Francesco Regoli, vice direttore del Dipartimento di Scienze della Vita e dell'Ambiente dell'Università Politecnica delle Marche e da anni in prima linea nello studio dell'inquinamento marino e in particolare sulle microplastiche".

"La sostituzione del PVA con il chitosano
- conferma il professor Francesco Regoli - può sicuramente rappresentare un ottimo punto di partenza. Il chitosano è un polisaccaride naturale derivato della chitina con numerose caratteristiche quali una comprovata efficacia battericida e antimicrobica, la sua biocompatibilità e svariate proprietà terapeutiche. Il chitosano viene utilizzato anche in alcuni processi depurativi grazie alla sua capacità di attrarre e immobilizzare sostanze tossiche come metalli pesanti e oli presenti nelle acque di scarico e nei reflui. In questo senso, l'utilizzo del chitosano nella produzione di tessuti permette una riduzione significativa nel consumo e rilascio di una sostanza pericolosa e persistente come il PVA, possibili effetti benefici in termini di depurazione degli scarichi e, non ultimo come importanza, una sensibilizzazione verso la problematica delle microplastiche".

Fonte: APCOM