Pubblicato il
16 dic 2009
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Cacharel: le difficoltà finanziarie continuano
Pubblicato il
16 dic 2009
16 dic 2009
15 dic 2009 - Una strategia ripensata e ridefinita, uno studio di creazione consolidato: si credeva che Cacharel fosse sulla buona strada. Ma non si è tenuto conto delle endemiche perdite d'esercizio, che potrebbero, davvero questa volta, essergli fatali per mancanza di sufficiente denaro in cassa.
Sfilata primavera-estate 2010 Cacharel |
Una situazione ancora a tinte fosche a causa della partenza affrettata del suo AD Marc Ramanantsoa, entrato in profondo disaccordo sulla gravità della situazione con Jean Bousquet, PDG di Cacharel, attrito ancora presente.
Dopo parecchi anni in rosso, accumulando più di 20 milioni di euro di perdita negli ultimi otto anni, il marchio si è comunque tenuto a galla, soprattutto grazie alle sue numerose licenze, in primis di profumi.
Ma per rilanciare Cacharel, secondo una fonte vicina alle aziende interessate, sarebbero necessari 15 milioni di euro. In questo modo si potrebbe concretamente ambire al pareggio di bilancio programmato per il 2011 nell'accordo di licenza recentemente firmato col gruppo Aeffe.
Quest'ultima società deve prima di tutto immettere denaro fresco, da un lato per finanziare il piano di salvaguardia dell'impiego, che registra già sei mesi di ritardo sul previsto e continua ad alimentare il divario di fatto fra gli stipendi che la società continua a versare ai suoi 120 dipendenti, dall'altro per bilanciare le perdite del 2009 e 2010.
Secondo le nostre fonti, con un giro d'affari stimato di 18 milioni di euro nel 2009, dei fornitori inquieti, una linea di credito a breve termine che terminerà a fine dicembre, il tempo stringe veramente. Tanto che Jean Bousquet ha recentemente ricordato, in occasione della firma dell'accordo di partnership con Aeffe, di non aver intenzione di rischiare il suo capitale in avventurosi investimenti. E la dipartita di Marc Ramanantsoa, terzo amministratore delegato nello spazio di due anni, potrebbe notevolmente pesare nella mente dei potenziali investitori. "Importanti disaccordi sull'attuale situazione di emergenza e sulla procedura da seguire per aumentare i fondi, sarebbero all'origine di questa dimissione”, ha confidato.
Era da un anno infatti, che Marc Ramanantsoa era arrivato alla direzione generale e gli era stato affidato il comando. Immediatamente il dirigente aveva posto in essere una nuova strategia di marketing, consolidando i servizi interni e tagliando poi le spese effettuando parecchie chiusure, in particolare quelle dei siti industriali di Nîmes, liquidati nell'ambito di un piano di salvaguardia dell'impiego, nonché il licenziamento di un centinaio di dipendenti.
Solamente nello spazio di un anno sembrava quindi imboccata la direzione giusta. Dopo il valzer di creatori di moda, la maison salutava l'arrivo di Cédric Charlier, vecchio assistente di Alber Elbaz e annunciava un rinnovo dello stile, un lavoro sulla qualità, e soprattutto la rinascita della "femme Cacharel: femminile, francese". La collezione presentata al Palazzo di Tokyo nello scorso mese di settembre durante la Fashion Week, segnava il momento cardine del rilancio del marchio e del suo riposizionamento sull'alto di gamma.
Di Gianluca Bolelli
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