11 lug 2010 – Il marchio di prêt-à-porter ha annunciato la cessione di diversi outlet e di Cacharel Uomo al gruppo turco Aydinli, ma solo nei paesi nei quali il gruppo eurasiatico possedeva già la licenza da 14 anni. Queste transazioni porteranno 9,2 milioni di euro nelle casse di Cacharel.

Cacharel, collezione autunno-inverno 2010/2011

Impantanato da un anno nelle sabbie mobili di un piano di salvaguardia dell'impiego che fa fatica a rispettare per mancanza di fondi freschi sufficienti, il brand sta forse cominciando a vedere la luce in fondo al tunnel. Ricordiamo che alla fine del 2009, mentre concludeva un accordo di licenza con Aeffe per la produzione e la distribuzione del suo prêt-à-porter Donna e Bambino, Cacharel soffriva ancora di gravi carenze di denaro contante. In gioco ci sono un piano di salvaguardia dell'impiego, che deve condurre alla chiusura del sito produttivo storico e al licenziamento di un centinaio di persone, e una somma importante che è la chiave per finanziarlo.

Infatti, impegnata da qualche anno in un piano di razionalizzazione dell'attività, Cacharel ha effettuato un riepilogo delle attività che continua a controllare e di quelle trasferite all'estero. Di fatto, il marchio al Liberty ha fatto il punto sullo stile e si è focalizzato sulle collezioni, affidate a Cédric Charlier, sulla comunicazione e sulla gestione delle licenze. Questo insieme di attività è ora riunito nella sede sociale di Cacharel, al 36 di rue Tronchet a Parigi.

Parallelamente, all'inizio dell'anno, il gruppo L'Oréal ha rinnovato il suo contratto di licenza per i profumi Uomo e Donna fino al 2020, vale a dire per più di 20 profumi con la label Cacharel, tra i quali alcuni bestseller come “Anaïs Anaïs”, creato nel 1978, o “Loulou”, lanciato nel 1987. Più di recente anche “Amor Amor” e l'ultimo nato “Scarlett” hanno ottenuto un ampio successo.

Di Emilie-Alice Fabrizi (Versione italiana di Gianluca Bolelli)