22 mar 2016
Brioni svela il 22 marzo il suo piano di rilancio
22 mar 2016
Tempi difficili per Brioni. Da quando la firma italiana specializzata nel menswear formale di lusso ha annunciato a fine febbraio l'intenzione di ridurre di un terzo del suo organico di 1.200 persone, secondo i sindacati, scioperi e manifestazioni si sono moltiplicate. Parallelamente è stato aperto un tavolo di negoziati presso il Ministero dello Sviluppo Economico.
Martedì 22 marzo è stato programmato un nuovo incontro al Ministero fra i sindacati e la direzione dell'azienda, acquistata dal gruppo francese Kering nel 2012. In questa occasione, la casa presenterà il suo nuovo piano industriale. “Si tratta di una serie di misure destinate a rendere l'azienda, attualmente in una situazione di sovrapproduzione, maggiormente efficiente attraverso una struttura di dimensioni più ridotte”, spiega a FashionMag un portavoce di Brioni.
In questi ultimi quattro anni, i volumi del brand sono diminuiti di oltre il 30%, passando dalla realizzazione di 45.000 pezzi a 30.000 nel 2016. Inoltre, molti di questi abiti non sono stati venduti, sottolinea ancora il portavoce, che riassume così la situazione: “Con una sovrapproduzione simile, l'azienda non poteva continuare a questo ritmo”.
Nel 2015, il marchio Brioni è stato "colpito dal calo degli acquisti effettuati dai turisti russi in Europa occidentale e in Medio Oriente", secondo il rapporto annuale di Kering.
Brioni "ha tuttavia proseguito i suoi sforzi di razionalizzazione della distribuzione, ottimizzando la rete di negozi e mostrandosi più selettivo nella scelta dei distributori terzi. Dalla congiuntura e dalla fase di ottimizzazione della distribuzione è risultata una pressione sulla redditività del marchio", sempre secondo il rapporto.
Il nuovo piano industriale dovrebbe articolarsi attorno a tre assi principali. Il primo concerne il personale e la ristrutturazione dell'azienda. Da un lato sono previsti dei drastici tagli nel numero dei dipendenti, come è già stato annunciato. Dall'altro, il gruppo prevede di mantenere in attività i quattro siti di produzione che saranno interessati dai licenziamenti: tre in Abruzzo, in particolare a Penne, dove si trovano da sempre i celebri laboratori dei sarti di Brioni, e un quarto in Lombardia, vicino a Bergamo.
“Il gruppo crede nelle potenzialità di Brioni. Ecco perché ha intenzione d’investire in particolar modo sui laboratori di Penne, che saranno ridisegnati con una maggiore focalizzazione sul su misura", puntualizza Kering. Il secondo punto del piano riguarda naturalmente l'offerta e lo stile Brioni, che dovrà avvicinarsi maggiormente ai gusti dei clienti di lusso, con un servizio bespoke più importante rispetto al prêt-à-porter.
Un nuovo direttore artistico dovrebbe essere nominato entro poco tempo per sostituire lo stilista britannico Brendan Mullane (ex Givenchy), che ha appena lasciato la firma, in cui lavorava dal luglio 2012.
Il terzo e ultimo punto si concentrerà sulla distribuzione “con una forte presenza di Brioni sul mercato attraverso dei negozi in proprio o gestiti da terzi”, conclude il portavoce del marchio italiano, che punta su “un primo periodo di stabilizzazione, seguito da un ritorno alla crescita”.
Alla fine del 2015, Brioni possedeva 46 negozi gestiti in proprio, principalmente in Europa occidentale, in Nord America e in Giappone.
Dominique Muret (Versione italiana di Gianluca Bolelli)
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