30 apr 2010
Brioni fra tradizione e audacia per durare nel tempo
30 apr 2010
ROMA 30 apr 2010 – Per continuare a esistere, il sarto romano Brioni, che ha festeggiato quest'anno i 65 anni di attività, scommette sulla tradizione della sua perizia e sull'audacia nell'esplorazione di nuovi mercati, come reso noto in un'intervista all'AFP dal titolare dell'azienda, Andrea Perrone.
DOMANDA: Quali caratteristiche ha ereditato da suo nonno Gaetano Savini, cofondatore della Brioni nel 1945 con Nazareno Fonticoli, e come ha affrontato la crisi?
RISPOSTA: La tenacia e l'idea che bisogna osare, correre dei rischi, andare al di là delle regole del gioco. Mio nonno fu il primo ad organizzare una sfilata per l'uomo nel 1952 a Firenze e Brioni ha messo in vendita un profumo sin dagli anni '50. Quello che forse io ho aggiunto a questa visione, è l'idea di voler crescere su mercati emergenti come la Cina e di andare oltre al classico stile formale dell'abito+cravatta.
Di fronte alla crisi e a dei clienti che ci chiedevano degli sconti o delle dilazioni di pagamento, abbiamo creato nuove categorie di prodotti e proposto nuovi tessuti per riequilibrare i prezzi, mentre a fine 2008 il mercato continuava a proporre prodotti sempre più lussuosi e più cari.
D: Potrebbe fornirci un identikit del sarto Brioni nel 2010? E qual è il suo ruolo nella globalizzazione del marchio?
R: Quando si pensa a un sarto, si immagina un vecchietto con gli occhialini, un po' calvo, ricurvo sulla sua creazione. Fra di noi invece, ci sono dei veri e propri manager, che viaggiano e utilizzano le nuove tecnologie; dei sarti sì, ma con il “Blackberry”.
Il loro ruolo è importantissimo per l'espansione del marchio. Li mandiamo nelle nostre 65 boutique per formare i nostri venditori al dettaglio e i sarti in loco. Abbiamo programmato da 3 a 5 aperture per i prossimi tre anni, con una priorità riservata attualmente alla Cina. Infatti, abbiamo appena inaugurato un negozio a Shanghai prima dell'Expo 2010, dopo una prima boutique a Pechino un anno fa.
D: Quali sono le direttici sulle quali si dipanerà la diversificazione del marchio, il cui simbolo rimane l'abito per uomo, e perché continuate ad essere così scarni e discreti in materia di comunicazione?
R: L'obiettivo che vogliamo raggiungere è di vestire l'uomo in ogni momento della giornata. Produciamo anche dei gioielli, dei gemelli. C'è una piccola collezione per il golf fra le nostre proposte, perché molti dei nostri clienti praticano questo sport.
Per quanto riguarda la comunicazione, il nostro brand non ha bisogno di apparire. Il nostro concept, è quello di un vestire "timeless", vissuto e confortevolmente abituale per colui che lo indossa. La nostra migliore pubblicità è il passaparola. Contrariamente ad altri marchi che provano a rilanciarsi mettendo in evidenza la loro tradizione artigianale, noi non ne abbiamo bisogno, perché questa tradizione è nel nostro DNA.
(Versione italiana di Gianluca Bolelli; fonte: AFP)
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