27 giu 2016
Brexit, Napoleone (Pitti Immagine): "Difficile valutare ora le conseguenze"
27 giu 2016
“Le paure e l'incertezza economica della classe media e operaia hanno pesato in modo decisivo sul voto, mentre i ceti più benestanti e le generazioni più giovani hanno votato per restare. Gli scozzesi hanno votato in prevalenza per il Remain e questo potrebbe accelerare la loro voglia di indipendenza; la stessa cosa potrebbe accadere per l'Irlanda del Nord”. Così ha commentato Raffaello Napoleone, Amministratore Delegato di Pitti Immagine, in relazione alla Brexit.
“Il problema principale è la mancanza di una buona politica: da un lato sono mancate risposte capaci di temperare i disagi delle classi più esposte alla crisi e alla concorrenza. Dall'altro c'è stata una clamorosa carenza di politica estera comune: ci sono 65 milioni di profughi un tutto il mondo, di cui solo un milione indirizzato verso l'UE. Non è una questione che non possa essere affrontata in modo efficiente ed efficace. Ma senza una strategia condivisa a livello europeo anche quel milione è diventato un rischio mortale agli occhi di tanti europei”, continua l'AD.
“Il governo Cameron ha un bilancio controverso sinora agli occhi del popolo britannico: ma quel che è certo è che le alternative disponibili in questo momento comporteranno una chiara perdita di prestigio per il Regno Unito. I mercati finanziari sono probabilmente destinati a subire nuove tensioni e c'è già chi ritiene necessario sottoporre alcune grandi banche europee agli stress test”, afferma Napoleone.
“Tra Italia e Gran Bretagna ci sono fortissime e complesse interdipendenze, adesso è troppo presto per dire quale potrebbe essere il saldo tra le spinte positive e quelle negative. Ma temo che sarebbero queste ultime a prevalere, anche se è difficile valutare ora in che misura", sostiene il manager.
"Intanto la maggior parte degli studi in Gran Bretagna dicono che ci sarà un effetto deprimente sulla crescita del PIL britannico. È probabile che tornino alcune barriere tariffarie e non, limiti alla mobilità del lavoro, meno fluidità di commercio e scambi, in un mondo che, va ricordato, è sempre più basato su catene globali di produzione. E a tale proposito sappiamo che il saldo commerciale tra i nostri paesi è positivo per l'Italia per ben 12 miliardi di euro, secondo solo a quello realizzato con gli Stati Uniti.
Può darsi che una certa svalutazione della sterlina e la scomparsa di alcune regolamentazioni europee piuttosto rigide potrà rendere più convenienti gli investimenti esteri in GB. Ma anche qui è impossibile ora quantificare”, dice.
“Un risvolto sociale: ci sono tanti ragazzi inglesi che studiano in Italia. Vengono da famiglie che per la maggior parte sono in grado di sostenere rette significative, ma cosa succederà quando tali rette verranno, probabilmente, equiparate a quelle sostenute dai giovani non UE? Tutto dipende anche da come sarà gestita questa uscita, se sarà davvero un’uscita”, ha concluso Napoleone.
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