Adnkronos
10 ott 2013
Bocconi : il settore globale della Moda vale 17 trilioni di dollari
Adnkronos
10 ott 2013
Un settore quello dell'industria del fashion che globalmente vale 17 trilioni di dollari americani e che conta qualcosa come 17 milioni di dipendenti. E i maggiori player, quelli con i ricavi più alti, non sono italiani.

Impietosa la fotografia che l'associazione 'Bocconi students 4 design' ha diffuso in occasione della conferenza dal titolo "The World Of Fashion As Global Player".
Da una rielaborazione condotta su dati di Statistic Brain, risulta che il fatturato di LVMH è stato di 37,140 miliardi di dollari; H&M 18,820 miliardi, Gap 15,650, Christian Dior 11,910, Richemont 11,830, Estée Lauder 9,710, Phillips Van Heusen 6,040, Coach 4,760, Levi Strauss 4,670, Abercrombie & Fitch 4,150, Jones Group 3,800, Tiffany & Co 3,790, Hermés 3,680 e American Eagle Outfitters 3,480 miliardi. Nessuno di questi gruppi batte bandiera tricolore. Eppure molti di assi arruolano nelle loro file griffe Made in Italy.
Ma se si guarda in piccolo, alla sola città di Milano, il settore Moda, secondo la ricerca di 'Bocconi students 4 design', rappresenta il 21% del PIL della città ed è dunque trainante per l'economia della città e del Paese. A Milano ci sono più di 7mila imprese legate al mondo del fashion, con un fatturato di circa 100 miliardi di euro e volumi di 4 miliardi.
Il tema è dunque un altro: al netto delle griffe che mietono successi e della qualità indiscussa del Made in Italy, il problema risiede nella incapacità di fare sistema, massa critica, di muoversi come sistema Paese, così da presentare le aziende della moda come grandi player globali. Perciò il comparto soffre, o quantomeno risulta appetibile/aggredibile dall'estero. Sono tanti i brand acquisiti da grossi gruppi stranieri. Non da ultimo Loro Piana, che è entrato a fare parte della scuderia LVMH. Certo, la produzione rimane italiana, ma la "testa" si trasferisce all'estero. Con tutto quello che ciò comporta.
Secondo Peter Spadaro, area manager di Brioni, maison italiana che fa parte del gruppo Kering (già PPR) insieme, tra le altre, a Gucci, Bottega Veneta, Pomellato, il punto è che "le aziende italiane dovrebbero coordinarsi tra di loro. Il problema dell'Italia - dice - è che in Italia ogni azienda è un campanile".
Spadaro fa notare che invece "i francesi lo hanno capito" e hanno messo a punto strategie commerciali e di gruppo che sono vincenti. "Difficilmente in Italia - osserva - il signor Armani parlerà con il signor Bertelli. E' questo il problema. Le aziende non sono sufficientemente solidali tra di loro".
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