30 mar 2018
Bioline cresce in doppia cifra e allarga la sua espansione in Asia
30 mar 2018
Bioline è il caso forse più unico che raro di azienda originatasi da una scuola di formazione. Si tratta della SEA (Scuola di Estetica Applicata), nata con l’obiettivo di riqualificare la figura dell’estetista su iniziativa di Clara Macchiella. Ora ha superato le 40 nazioni in cui è distribuita, ma questo numero è in aumento.
“All’inizio negli anni ’70, a Trento, il dermatologo e chimico che estraeva le materie prime per Sinerga aveva un progetto per fare una linea con acque termali della zona. Tuttavia, dopo che mi avevano coinvolta, il progetto è saltato. Allora ho deciso di sfruttare il lavoro fatto per creare una linea per estetiste e un progetto per formarle, in modo che sapessero consigliare il cliente tutto l’anno”, racconta la stessa fondatrice e anima dell’azienda, Clara Macchiella. “Sentivo il bisogno di formulare prodotti che coadiuvassero e ottimizzassero l’efficacia dei trattamenti professionali; alcuni da utilizzare nei centri estetici, altri da usare a casa per mantenere i benefici raggiunti. La prima crema è stata alla mela, basata sugli alfaidrossiacidi che divennero poi famosi dieci anni dopo, seguita dalla crema alla propoli, al mirtillo, ecc. Mio marito, che era giornalista in RAI, decise di seguirmi e oggi nell’azienda da noi fondata nel 1979 sono coinvolti anche i nostri figli, Jacopo e Tommaso (da cui l’acronimo Jatò)”.
“La maggioranza delle aziende ha fatto formazione per vendere, noi filosoficamente abbiamo fatto il contrario, iniziando a creare prodotti di estetica per dare qualcosa a chi formavamo”, puntualizza il direttore generale Tommaso Corradini. “Inoltre, per essere in grado di trasferire il know-how e la formazione in loco agli istituti d’estetica e alle Spa, tutte le nostre pratiche sono fatte in un’ottica di servizio per supportare le estetiste nella loro crescita professionale”.
Il valore in volume delle vendite effettuate ai saloni di estetica di Bioline-Jatò è arrivato a 15 milioni di euro al termine dello scorso anno, con una crescita in doppia cifra, sia a livello complessivo che in Italia. La nazione maggiormente cresciuta l’anno scorso è il Canada, insieme ad alcuni stati asiatici di Medio ed Estremo Oriente. Le esportazioni superano il 70%, ma l’Italia resta ancora il mercato principale di Bioline. “Siamo dispiegati solamente nel canale professionale, ma in molti Paesi lavoriamo anche con le cliniche mediche-dermatologiche. Più del 50% del volume d’affari è ottenuto nel canale dell’estetica”, puntualizza Corradini.
In Italia, i prodotti Bioline-Jatò sono diffusi in 2.000 centri estetici, nel mondo sono distribuiti in 40 Paesi. Nel 2017 Bioline è approdato in tre nuove nazioni, India, Corea del Sud e Mongolia. Per il 2018 Corradini anticipa che è in progetto l’ingresso in 5 o 6 nuovi mercati, alcuni europei ed altri extraeuropei, che non vuole ancora precisare.
Al Cosmoprof di Bologna recentemente conclusosi, il marchio di Trento ha presentato quattro progetti produttivi: “Progetto Sole”, “Progetto Corpo”, “Progetto di Salute e Bellezza Viso”, dedicato alle pelli più giovani che si distinguono per il tipo di pelle, e il “Progetto Antietà Globale” dotato di una linea (a base di acidi della frutta, acido glicolico, acido lattobiotico, glucuronolattone) costituita da peeling o lifting che aiutano il turnover cellulare.
La società è sempre stata all’avanguardia. Negli anni ’80 introdusse il retinolo in forma trifasica, nei primi anni ’90 utilizzò l’acido glicolico, negli anni 2000 le cellule staminali da diverse specie vegetali. Oggi ha una sede a Trento di 600 mq. solo per la parte commerciale. Il magazzino logistico è a Verona, ma Bioline-Jatò possiede partecipazioni in aziende alle quali fa produrre i cosmetici con le sue formule in Svizzera. Comunque la produzione è essenzialmente concentrata nel Friuli Venezia-Giulia.
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