Berluti va a gonfie vele grazie all’effetto Haider Ackermann
Berluti va a gonfie vele e sembra beneficiare a fondo del “vento” portato da Haider Ackermann, nominato nel settembre 2016 Direttore Artistico della griffe di lusso maschile di proprietà di LVMH. Nel giro di tre stagioni, l’integrazione con il creativo è giunta a compimento e funziona bene, come ha raccontato a FashionNetwork.com Antoine Arnault, CEO di Berluti.

“Le linee di Ackermann funzionano molto bene presso tutte le tipologie di clienti e in tutte le regioni geografiche, con incrementi a doppia cifra, tranne che negli Stati Uniti, dove siamo cresciuti meno”, ha spiegato Arnault.
Con Haider Ackermann, la maison ha fatto virare il proprio stile verso un lusso meno complesso, con capi semplici ma sofisticati e un tocco di sensualità. “I cinesi sono tornati in forze e anche il Giappone va molto bene. Le collezioni sono accolte positivamente, così come la pelletteria”, ha proseguito Arnault.
Conosciuta per le sue calzature di lusso, la maison fondata a Parigi nel 1895 ha ampliato la propria offerta al prêt-à-porter maschile nel 2011, aggiungendo un servizio su misura con gli atelier Arnys, acquisti da LVMH nel 2012. Nel 2013, la società ha avviato l’internazionalizzazione della propria rete commerciale, arrivando a Londra, Shanghai, Tokyo, New York e recentemente a Los Angeles.
Berluti, che sbarcherà anche sul mercato indiano entro la fine dell’anno, conta oggi 53 boutique e ha in previsione tre nuove aperture nel 2018: Dubai, Monaco e Macao (l’Asia è il primo mercato per il brand).
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