16 gen 2013
Benetton s’impegna nello sviluppo responsabile con Greenpeace
16 gen 2013
Benetton s'impegna ad eliminare le sostanze chimiche pericolose dalle proprie filiere e prodotti entro il 2020 aderendo al programma 'Detox', lanciato due anni fa da Greenpeace, annuncia l’azienda in un comunicato. In questo modo il marchio trevigiano “si schiera in prima linea nello sforzo globale di tutto il settore tessile per eliminare definitivamente, entro il 2020, l’utilizzo di sostanze chimiche tossiche lungo la catena di fornitura”, precisa la nota.

L'impegno preso dall'azienda riguarda tutti i marchi del gruppo: United Colors of Benetton, Undercolors of Benetton, Sisley e Playlife, venduti in 120 Paesi attraverso 6.500 punti vendita.
Benetton diventa così il tredicesimo marchio globale che si impegna seriamente a ripulire la propria filiera e i propri prodotti da quando la campagna internazionale 'Detox' di Greenpeace è iniziata, nel 2011, e la nona a fornire una data precisa (il 2015) per l`eliminazione delle sostanze chimiche pericolose prioritarie, tra cui i PFC (perfluorocarburi).
Il gruppo di abbigliamento di Ponzano Veneto riafferma così “il proprio impegno per il rispetto dell’ambiente e la sicurezza del consumatore”. Da vari anni, in effetti, i prodotti Benetton rispettano già i più stringenti standard internazionali in materia di sicurezza. In particolare attraverso l’applicazione del marchio “eco safe” su gran parte delle linee di prodotto del gruppo. La presenza del marchio “eco safe” sul cartellino di capi per bambini segnala che questi sono stati progettati nel rispetto di norme di sicurezza chimica e meccanica.
“Siamo una delle poche aziende in Italia ad applicare degli standard di produzione molto più restrittivi rispetto a quelli richiesti dalla legge dal punto di vista dell’uso delle sostanze tossiche nella produzione. Con il programma 'Detox' vogliamo andare oltre. L’obbiettivo è di eliminare del tutto l’uso di queste sostanze”, spiegano in azienda.

Aderendo al programma 'Detox', Benetton si impegna a estendere ulteriori misure di controllo lungo l’intera catena di fornitura. “Ciò consentirà il raggiungimento di standard ancora più elevati al fine di assicurare che nessun fornitore possa fare uso di sostanze chimiche anche solo potenzialmente pericolose per l’ambiente e la persona”, sottolinea il gruppo.
“Oggi Benetton diventa un leader globale nello sviluppo di alternative all'utilizzo delle sostanze chimiche pericolose. Questa vittoria tutta italiana arriva a brevissima distanza dall'impegno di marchi come Zara, Mango, Esprit e Levi's”, si rallegra da parte sua il movimento ambientalista Greenpeace sul suo sito.
In sostanza, l'impegno di Benetton va ad accelerare un processo di maggiore trasparenza e sostenibilità che è già in atto nel settore tessile, rivelando i valori delle emissioni delle sostanze chimiche pericolose di ben 30 dei suoi fornitori (15 dei quali in Cina) entro la fine del 2013. L'azienda veneta garantirà in questo modo a chi vive in prossimità di queste industrie il diritto di conoscere esattamente cosa viene scaricato nell'ambiente in cui vivono.
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