Balenciaga: una sfilata dedicata al WFP
Balenciaga ha scelto come tematica della sua ultima sfilata il World Food Programme (WFP), cioè il Programma Alimentare Mondiale, mostrando una serie di look con il logo di quella organizzazione in uno show messo in scena con grande gusto ed entusiasmo in una zona remota della parte nord di Parigi, vicino alla più grande area della capitale francese che ospita rifugiati senzatetto.

L’arredamento dello show era unico nel suo genere. Una finta montagna innevata alta 20 metri su cui sono stati dipinti enormi graffiti: lettere alte un metro con le scritte ‘Balenciaga’, ‘Power of Love’, ‘Speed’ o ‘Enter’. I colori della montagna dei sogni di ogni snowboarder riprodotti in abiti stampati, canotte attillate, top elasticizzati tecnici e calze-stivali.
L'evento ha segnato anche la prima stagione per la quale il direttore creativo della casa di moda, Demna Gvasalia, ha presentato le collezioni uomo e donna in un'unica sfilata. Il momento chiave è stato rappresentato da una serie di lunghi cappotti e giacche “basche” alla Cristobal svasate sotto i fianchi: tessuti stampati a tartan scozzesi, molto riusciti, splendidamente tagliati e in qualche modo molto Balenciaga. Lo stilista ha anche mandato in passerella una camicia da uomo con sopra un numero telefonico parigino, che si è poi rivelato esistere davvero ed essere una hotline di Balenciaga alla quale rispondeva una voce elettronica che chiedeva quanto fossi alto, il numero di scarpe, il colore preferito, ecc.

Le idee alla base delle creazioni di apertura di Gvasalia erano tutte di linea snella: abiti da sera con microstampe zebrate per le ragazze; giacche sottili, lunghe e con le spalle appuntite per gli uomini. Tuttavia, man mano che il défilé progrediva, i vestiti hanno in guadagnato in volume e quantità. Una figura spavalda da incursore della SWAT aveva circa cinque indumenti sovrapposti su di lui: da una T-shirt nera da fan del rock a una felpa del WFP e una camicia grunge a tessuto tartan da rocker, fino a una grossa giacca da rodeo in pelle nera con frange.
Una gran quantità di giganteschi parka, i migliori in tartan Stewart sbiadito, del tipo che uno snowboarder indosserebbe volentieri per affrontare le piste all'interno di questo spazio espositivo, ma in una versione extra, extra, extra large. Tutto sommato, un altro sapiente incontro del DNA storico di Balenciaga – volume e materiali modernisti – con il coraggioso street style di Demna Gvasalia, e con l’aggiunta di un messaggio politico lodevole.
La partnership della maison con il WFP “usa la moda per coinvolgere e impegnare i consumatori globali attorno al problema della fame e della consapevolezza” del lavoro del gruppo umanitario nelle emergenze, ha spiegato Balenciaga. Il brand ha anche fatto una donazione di 250.000 dollari al World Food Programme. Secondo il comunicato della casa di moda, il numero di persone che soffrono la fame è aumentato di 38 milioni nel 2016, arrivando a 815 milioni in tutto, per colpa dei conflitti militari e dai cambiamenti climatici.

È un argomento che Gvasalia conosce personalmente, visto che la sua famiglia è stata costretta a lasciare la nativa regione dell'Abkhazia (o Abcasia), in Georgia, a causa della guerra di quel Paese con la Russia quando era ancora un bambino.
“Consideriamo questa partnership con il World Food Programme un passo importante nel rendere la moda utile in un modo diverso e nel supportare le buone cause con i nostri prodotti quando possibile”, ha dichiarato lo stilista in un comunicato inviato via email proprio quando lo show iniziava.
Per provare l’esistenza di persone che soffrono la fame non è necessario andare lontano. Tornando a Parigi, sulla circonvallazione principale si passava di fianco a un piccolo accampamento di profughi sommerso da un acquazzone domenicale. Quindi è stato ammirevole incontrare un designer come Demna che non ha dimenticato da dove è venuto.
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