8 gen 2014
Antony Morato sbarca a Pitti Uomo
8 gen 2014
L’espansione del giovane e dinamico marchio di abbigliamento maschile partenopeo, fondato nel 2007 dai tre fratelli Lello, Giovanni e Tania Caldarelli, non si arresta. Passato in qualche anno da pochi milioni di euro a un fatturato di oltre 80 milioni di euro, Antony Morato sbarca per la prima volta a Pitti Uomo, e lo fa in grande stile occupando quasi 400 m2 in Fortezza da Basso, tra la Sala della Scherma e la Cannoniera.
“L’arrivo a Pitti è per Antony Morato un momento importante, abbiamo scelto uno spazio importante per avere la possibilità di esprimere al meglio chi siamo, il contenuto della collezione, lo stile che ci rappresenta, l’essenza della marca”, riassume il direttore creativo del brand, Lello Caldarelli.

“Vogliamo spingere sull’immagine e sulla visibilità del prodotto. Oltre a Pitti Uomo saremo presenti anche a Pitti Bimbo e al Bread&Butter. Il nostro budget pubblicitario è cresciuto. Abbiamo cambiato il nostro catalogo con un’immagine più adeguata rispetto a quello che vogliamo diventare. Abbiamo assunto, inoltre, da poco un nuovo direttore marketing, Sauro Mariani, proveniente da Louis Vuitton Italia e Diesel”, sottolinea il direttore generale Manlio Massa.
Seguendo questa nuova strategia è stato cambiato da poco il concept dei negozi, con un allestimento più chiaro nell’esposizione, e una presentazione dei prodotti maggiormente segmentata. “I clienti devono riconoscersi subito nel nostro prodotto. Per questo il nostro ufficio stile, composto da ben 20 persone, fornisce in continuo proposte e effettua una grande ricerca, come in una vera e propria maison di moda”, spiega il direttore generale.
Con il suo posizionamento di media gamma, alla maniera di Zara, questo giovane marchio, lanciatosi anche nella moda bambino, si rivolge a un pubblico maschile eterogeneo, di età compresa fra i 18 e i 35 anni, e in pochi anni si è imposto all’attenzione del mercato grazie ad una proposta moda aggressiva con un prezzo molto accessibile. “Ad una serie di potenziali utenti, che non possono comprare Dolce&Gabbana o Dsquared2, noi offriamo prodotti con prezzi democratici”, analizza Manlio Massa.
Con sede a Nola, alle porte di Napoli, in uno stabilimento di 7.000 m², l’azienda si è dotata di una fabbrica in Cina, dove produce la sua collezione di abbigliamento, mentre ha scelto di far realizzare la sua linea di calzature in Italia e il denim in Turchia. Fa lavorare 100 persone nella sua sede di Napoli e altrettante nei negozi.
Concentrato finora soprattutto in Europa (i primi mercati sono Spagna, Olanda, Belgio, Germania, Francia e Russia), Antony Morato si sta sviluppando in Estremo Oriente, nonché in Nordamerica e in America Centrale. È stato firmato da poco un accordo con il gruppo thailandese Central per aprire 30 punti vendita entro tre anni in Thailandia. In Corea del Sud, mercato in cui il brand è presente da sei mesi, è stato siglato un accordo con il distributore locale Cultzim per aprire 14 fra negozi e shop-in shop entro tre anni. Il marchio è inoltre in trattativa con un gruppo indonesiano e sta cercando di sbarcare in Cina.

In Francia, invece, Antony Morato si appresta a chiudere il primo negozio inaugurato nel 2012 presso il centro commerciale So Ouest, a Levallois, vicino a Parigi. “Forse era troppo presto. Non eravamo ancora pronti per questo mercato, dove non siamo molto conosciuti, nonostante il marchio abbia 250 clienti multimarca in Francia. Questo centro commerciale situato fuori Parigi era più orientato su un pubblico adulto, molto francese e poco internazionale”, stima Manlio Massa.
Oggi Antony Morato è distribuito nei negozi multimarca di circa cinquanta Paesi, in oltre 3.000 boutique multimarca e 60 negozi monomarca, di cui 20 in Italia. Il brand realizza il 60% delle vendite all’estero.
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