AFP
19 mag 2015
Alibaba giudica infondata la denuncia di Kering che l'accusa d'incoraggiare la contraffazione
AFP
19 mag 2015
Alibaba, colosso cinese del commercio elettronico, ha definito "senza fondamento" la denuncia del gruppo del lusso e di abbigliamento Kering, proprietario, fra gli altri, dei marchi Gucci e Puma, che l'accusa di promuovere attivamente sulle sue piattaforme la vendita di prodotti falsi.
Kering ha depositato alla fine della settimana scorsa a New York (dove è quotato Alibaba) una denuncia in cui accusa il gruppo cinese di lasciar proliferare intenzionalmente la commercializzazione di prodotti falsi, di incoraggiarla e di trarne vantaggio, non solamente in Cina, ma anche all'estero, secondo i media ufficiali cinesi.
Alibaba, dal canto suo, ha respinto con veemenza queste accuse, mettendo in evidenza i suoi sforzi per ridurre la distribuzione di prodotti contraffatti sui suoi siti.
"Sfortunatamente, Kering ha scelto di impegnarsi in una procedura giudiziaria che costa molte energie, invece di puntare a una collaborazione proficua tra noi" sull'argomento, ha reagito un portavoce di Alibaba in una dichiarazione inviata all'agenzia di stampa francese AFP. "Crediamo che questa denuncia non abbia alcun fondamento e la combatteremo con forza", ha aggiunto.
Alibaba, con la sua piattaforma Taobao, domina circa il 90% del mercato degli scambi individuali di beni da privato a privato sull'Internet cinese, mentre la sua piattaforma Tmall controlla da sola la metà delle transazioni on line tra professionisti e privati.
Kering nel luglio del 2014 aveva già presentato una denuncia contro Alibaba, ma aveva abbandonato la procedura dopo che è stato trovato un accordo fra le parti per lavorare di concerto nella lotta alla contraffazione.
"Continuiamo a lavorare in collaborazione con molti brand per aiutarli a proteggere la loro proprietà intellettuale, e abbiamo ottimi risultati che testimoniano questo impegno", s'indignava lunedì scorso Alibaba.
Per questo, la SAIC, l'Amministrazione Statale Cinese per l'Industria e Commercio, aveva pubblicato nello scorso gennaio un rapporto al vetriolo su Alibaba.
La SAIC accusava il gruppo di agire in modo molto insufficiente per impedire alle "operazioni illegali" di prosperare sulle sue piattaforme, e stimava che solo circa un terzo dei prodotti venduti su Taobao fosse autentico.
Versione italiana di Gianluca Bolelli; fonte: AFP
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