Alexandre Liot (BHV): "Le vendite di prêt-à-porter e accessori determinano oggi il 40% delle nostre vendite"
Ormai radicato nel Marais, il grande magazzino parigino del gruppo Galeries Lafayette non ha ancora terminato la sua trasformazione. Il BHV Marais, teatro di grandi lavori fra il 2012 e il 2014, mostra sempre dei nuovi progetti, incluso per esempio il lancio dell’e-commerce. Ecco a che punto si trova secondo Alexandre Liot, direttore del BHV.
FashionNetwork: Quale bilancio trae della metamorfosi di BHV, tre anni dopo il suo cambio di rotta?
Alexandre Liot: Il BHV ha occupato una posizione dominante sul mercato della Casa e del Bricolage, ma è stato influenzato dal boom di Internet e frenato da un concept invecchiato. Abbiamo investito 35 milioni di euro per dare il via alla mutazione verso il BHV Marais. La scelta è stata seguita da molte lettere di protesta quando abbiamo deciso questo riposizionamento, segno dell’attaccamento dei parigini al BHV. Ma era imperativo di modernizzarlo. Oggi direi che abbiamo quasi reso démodé alcuni altri grandi magazzini. Il nostro obiettivo era di riposizionarci come un grande magazzino lifestyle, mantenendo una dominante di prodotti per la casa, ma integrandovi un'offerta moda estesa. Le vendite di prêt-à-porter e accessori hanno oggi raggiunto il 40% delle vendite complessive, contro il 20% di prima. Siamo anche andati a cercare un’ulteriore clientela: i 25-45enni e i turisti. Dal 6% nel 2013, siamo passati all’odierno 18% di clienti stranieri e speriamo di raggiungere il 35% nel 2020.
FNW: Come si comporta il business nella moda?
AL: Le vendite corrispondenti all’offerta moda sono aumentate del 12% nel 2016; l’obiettivo è per un +15% nel 2017, con Maje, Sandro, Claudie Pierlot e Zapa come locomotive trainanti nella Donna, e De Fursac, Balibaris, Sandro e The Kooples nell’Uomo. Presentiamo marchi distintivi o esclusivi nel reparto arredamento/design, ma non ancora in quello moda, perché doveva essere aggiornato integrandovi le etichette di riferimento del settore. Oggi, la nostra volontà è di andare a cercare dei piccoli creatori di prodotti moda, per dar loro una voce, e dei marchi più ricercati, lasciando esprimere i giovani designer, presentando il loro lavoro o immaginando delle capsule per lo store.
FNW: Non avete ancora un e-shop. A quale stadio si trova questo progetto?
AL: La nostra sfida odierma è chiaramente il multicanale. Il sito di e-commerce doveva essere pronto nel 2016, e alla fine lo sarà per giugno 2018: arriviamo più tardi di altri e abbiamo dovuto affrontare numerosi problemi tecnici, dunque bisogna che il sito sia perfetto. Puntiamo in particolare su un click & collect in due ore. Il digitale deve anche portare a facilitare il pagamento, stiamo lavorando su questo. L'attesa in cassa è ancora un punto che deve essere migliorato.
A questo tiolo, ha senso che il gruppo Galeries Lafayette acquisti La Redoute: ci aiuterà ad andare più lontano di quanto sia stato immaginato nell’ambito delle vendite online, con l'obiettivo di essere un punto di riferimento sul Web nell’universo della Casa.
FNW: Qual è il suo bilancio dopo più di un anno di apertura domenicale a Parigi?
AL: La domenica è ormai il secondo giorno della settimana in termini di vendite, dopo il sabato. Questo ci ha permesso di attirare sia i clienti internazionali sia un maggior numero di francesi. L’apertura di domenica ci ha permesso di realizzare un 10% di fatturato in più in un anno. Il negozio di Rivoli genera circa 300 milioni di euro di giro d’affari annuo e siamo a un +6% da gennaio 2017.
Copyright © 2024 FashionNetwork.com Tutti i diritti riservati.