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Pubblicato il
20 ott 2014
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Akkua: boom di fatturato, ingresso negli Emirati e tanti progetti

Pubblicato il
20 ott 2014

“Abbiamo deciso di strutturare la calza, e non destrutturare la scarpa”, così presenta il suo marchio Roberta Magrini, co-fondatrice e Sales & Marketing Manager di Akkua. Il marchio nasce nel 2004 e grazie agli investimenti da subito affrontati dalla divisione 'Ricerca e Sviluppo' si specializza in calzari tecnici antiscivolo per ogni disciplina sportiva, tanto da essere chiamato nel 2006 ai Giochi Olimpici di Torino come fornitore tecnico. Nel 2010, dopo due anni di studi e collaborazioni con l’Università “La Sapienza” di Roma e la società di ricerca e sviluppo ELAV nasce “SSD”, dispositivo medico per la prevenzione e la correzione degli squilibri posturali; un riprogrammatore di postura certificato dal Ministero della Salute, destinato al mondo della riabilitazione e dell'ortopedia.

Akkua "R'Evolution" fotografate nello showroom di Damiano Boiocchi, in Via San Primo a Milano


Dal calzare “SSD”, che per la prima volta al mondo protegge il movimento del piede nudo outdoor, prendono forma l’idea e il progetto di Akkua: lanciare la prima barefoot sneaker, un prodotto che consentisse di stare “scalzi” in ambiente esterno, che avvolgesse il piede come una seconda pelle, facendolo funzionare come natura vuole, ma proteggendolo dall’ambiente circostante. Un progetto diventato realtà da alcune stagioni, che quest'anno si arricchisce della prima linea per la pratica del running.

“La maglia filata della calza che costituisce il fulcro del nostro prodotto è senza cuciture e ha al proprio interno un'alta percentuale di Tactel, tessuto termoregolatore, traspirante, anti-abrasione, anti-vesciche, con effetto no caldo-no freddo (niente caldo in estate, niente freddo in inverno), mentre l'altro materiale della scocca è il TPU, quello usato per le calzature antinfortunistiche, opportunamente ammorbidito, pertanto molto più difficile da tagliare o perforare rispetto alla gomma utilizzata per le altre scarpe sportive”, aggiunge Roberta Magrini.

www.akkuaworld.it


“La scocca è stata costruita per dare protezione alla struttura fisiologica del piede e progettata per supportarla naturalmente a livello anatomo-funzionale. Un progetto dalla ricerca e sviluppo tutta italiana. I filati, il calzificio che la realizza, la serigrafia e la stampa fatte a mano, la produzione e il montaggio della scocca, la produzione della suola “Free Time” masticiata poi a mano e la produzione e masticiatura della suola tecnica in TPU della nostra calzatura “R’Evolution”, sono tutti passaggi produttivi realizzati in Italia, con un processo industriale ridotto al minimo”, tiene a precisare la Sales Manager.

“Arriviamo da concept di ricerche in campo militare effettuate per riprogrammare la postura, per questo motivo siamo l'unica scarpa che può vantare la presenza del marchio CE, e che ha già dato origine a due tesi di laurea e una di laurea specialistica all'Università “La Sapienza” di Roma. In origine, le calzature Akkua (da pronunciarsi con l'accento sulla 'u', ndr.) erano destinate ad essere vendute nel canale delle sanitarie e ortopedie come riprogrammatore di postura. Ora invece, in soli quattro anni di esistenza, siamo arrivati ad essere leader nel mercato del “Barefoot Indoor” e forti nel settore che comprende tutti i tipi di calze antiscivolo, quelle utilizzate nelle palestre o nelle scuole di danza, per intenderci”.

Akkua "R'Evolution" fotografate nello showroom di Damiano Boiocchi, in Via San Primo a Milano


La prima calzatura prodotta da Akkua è stata brevettata e garantisce aderenza anche sul bagnato. All'interno c'è una soletta antibatterica e antimicosi che previene i cattivi odori con inserti di rame, che aiutano anche a scaricare a terra l'elettricità. La calza e il materiale plastico di cui sono costituiti i prodotti del marchio con sede a Bagnolo Mella (BS) consentono di far muovere il piede liberamente, non solo in senso verticale, ma anche orizzontale. Chi le indossa sembra quasi non percepirle. “Del resto, noi non nasciamo con le scarpe, ma scalzi, per cui il piede dovrebbe poter essere il più libero possibile di dilatarsi nel passo durante l'esistenza”, ricorda la Magrini. “Nelle nuove calzature che abbiamo creato per il running, sotto il tallone abbiamo una struttura in noene per assorbire gli eventuali contraccolpi alle articolazioni e alla schiena, derivata da un brevetto del Politecnico di Milano ceduto a un’azienda svizzera. La tecnologia, che Akkua ha in uso esclusivo per quanto riguarda le barefoot sneakers, in 3 millimetri di spessore fa praticamente tutto quello che fa una suola in gel di 2 centimetri, garantendo una capacità di assorbimento dell’urto che può arrivare fino al 98% e rimane praticamente immutata nel tempo. La funzionalità del piede aumenta così del 30% in un privato cittadino e del 21% in un atleta. Sembra poco, ma in una maratona corrisponde a 2-3 minuti, che possono cambiare totalmente un risultato”, puntualizza la Magrini.

Stefano Gabbana, in una serie di foto che fecero subito il giro dei social network, cominciò a usare ed elogiare le Akkua, fotografandosi mentre le utilizzava in palestra o durante il jogging; in seguito, anche vari sportivi hanno cominciato ad usarle e poi numerosi attori (memorabile Giuseppe Battiston sul red carpet di Venezia, che non è una piuma, che ne ha indossate un paio nere con lo smoking) e così le calzature Akkua hanno assunto un côté glamour e un certo successo di culto.

Calze prodotte da Akkua, suo business originario


Nel primo modello di Akkua (la “Free-Time”) è stato curato notevolmente l’aspetto del comfort e dello stimolo propriocettivo, con una costruzione adatta alla locomozione attraverso il passo, caratterizzata dal doppio appoggio e dalla relativa assenza della fase di volo. Nella “Running” è stato invece curato molto l’aspetto strutturale, tecnicamente concepito per reggere anche forti sollecitazioni e alte quantità di chilometri percorsi. La suola pensata per il running ha inoltre minor spessore per dare maggior spinta alla molla dell’arco plantare. Entrambe le suole sono strutturate per permettere un’ottimizzazione del movimento elicoidale del piede, vale a dire entrata di avampiede esterno ed uscita di alluce, e questo, insieme ad altri elementi che fanno parte del camminare scalzi, permette di migliorare l’efficienza meccanica del piede stesso.

Akkua, che al momento ha una capacità produttiva di 1.500 pezzi al giorno, come calza in Italia è ormai distribuita in modo capillare, in una rete di circa 350 punti vendita. Con le nuove sneaker per il running, con cui parte ora, “consegneremo a febbraio la PE 2015, e partiamo come obiettivo della stagione con le vetrine più alte, cioè i 100 top client italiani”, afferma la Magrini, “ma in un prossimo futuro pensiamo all'estero, dove stiamo pianificando un possibile sviluppo retail per mezzo di corner, e dove siamo appena entrati negli Emirati Arabi, che si uniscono a USA e Russia. Ma ormai abbiamo richieste da tutto il mondo, soprattutto con insistenza dalla Germania, mercato ed opinione pubblica sempre sensibili ai problemi della calzata. Del resto, il nostro è vero barefoot, a differenza di quanto spacciano come tale altre aziende, che fanno in realtà calzature palmate o con vere suole. Una pedana baropodometrica registra le Akkua percependole come paziente scalzo sui suoi piedi, sarebbe interessante fare anche dei test su una pedana stabilometrica; ne vedremmo delle belle”, aggiunge Roberta Magrini.

Altre calzature Akkua fotografate nello showroom di Damiano Boiocchi, in Via San Primo a Milano


Belle come le 4 annate di vita del marchio bresciano, che da piccola azienda di calzetteria da 470.000 euro di fatturato con prodotti venduti a 9 euro, è passata nel 2013 a generare un fatturato di 2 milioni di euro, con già un +42% su questo dato solo al 31 agosto scorso.

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