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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
10 feb 2017
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Agatha, in difficoltà, è in cerca di investitori

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
10 feb 2017

Agatha sta attraversando un periodo turbolento. Il marchio di bigiotteria, creato da Michel Quiniou nel 1974 e acquistato nel 2006 dalle mani del suo fondatore da parte della società di Hong Kong King Power, ha problemi finanziari che l'hanno portata a coinvolgere un esperto in piani di rilancio di aziende.

Un negozio Agatha


Ora è Prosphères, entità che sul suo sito web si descrive come specializzata “nella trasformazione e nel rilancio di aziende”, a dirigere il marchio di “gioielli fantasia” con sede ad Aubervilliers (93).

Il direttore di Prosphères, Michel Rességuier, che in passato è stato chiamato al capezzale di società come Caddie o Thomas Cook France, è stato nominato presidente di Agatha nell'agosto del 2016. Due suoi collaboratori assicurano la direzione generale del brand. Come ha preannunciato FashionNetwork, la stessa direzione generale era stata affidata nel marzo del 2016 a Arnaud Saint-Michel, che dal 2012 era il direttore amministrativo e finanziario dela marchio che impiega circa 1.000 persone nel mondo.

Secondo le nostre informazioni, Agatha starebbe registrando un calo delle vendite da parecchi anni, così come delle perdite nette. Contattato da FashionNetwork, Michel Rességuier indica che: “Il fatturato era di 76 milioni di euro nel 2015 e di 72 milioni di euro nel 2016”, e inoltre che “la redditività non è diminuita nel 2016”.

Agatha si sta quindi orientando verso la ricerca di investitori per ricostituire la propria liquidità, “facendosi prestare dei soldi o accogliendo degli investitori nel suo capitale. Abbiamo bisogno di finanziare il nostro business plan raddrizzare un marchio in disavanzo, che non è riuscito ad adattarsi alla concorrenza e che ha un posizionamento sul mercato troppo confuso”, spiega.

Il concept di negozio di Agatha, dominato dalla tinta blu notte. - Agatha/Facebook


La catena di negozi dalla facciata blu scura, che conta circa 300 punti vendita e corner in una decina di nazioni, tra i quali ci sono circa 80 negozi a suo nome in Francia, non è al riparo da possibili tagli della forza lavoro. "Se i finanziamenti saranno approvati in primavera, e a seconda delle loro entità, probabilmente bisognerà eliminare i negozi non redditizi e dunque dei posti di lavoro. Ciò accadrà nell'autunno del 2017”, precisa Michel Rességuier.

Un'altra opzione potrebbe consistere nell'identificare degli acquirenti nel quadro di una cessione parziale o totale dell'azienda. Un'eventualità “attualmente congelata dall'azionista”, puntualizza Michel Rességuier, che precisa anche di aver assegnato un mandato a una banca d'investimento.

Marion Deslandes (Versione italiana di Gianluca Bolelli)

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