5 mar 2015
Abercrombie & Fitch sempre in forte calo nel 2014
5 mar 2015
Il 2014 di Abercrombie & Fitch è stato un anno turbolento. Il gruppo statunitense ha assunto dei nuovi presidenti per i suoi brand Abercrombie & Fitch e Hollister, ha rivisto il concept di Hollister, ha deciso di ridurre la presenza di loghi sui suoi prodotti, ha chiuso i propri negozi Gilly Hicks, ha siglato un accordo con Asos e, come punto culminante dell'annata, ha salutato il suo storico CEO Michael Jeffries.
A livello di contabilità, il gruppo ha visto calare il fatturato del 9%, a 3,744 miliardi di dollari (3,303 miliardi di euro), nell'ultimo esercizio, chiuso il 31 gennaio, rispetto allo stesso periodo di un anno prima.
Abercrombie & Fitch realizza 2,408 miliardi negli Stati Uniti (2,124 miliardi di euro, -9%) e 1,336 miliardi (1,179 miliardi di euro) nel resto del mondo (-8%). A perimetro comparabile, la sua attività sul Web mostra una crescita dell'8% sul mercato di casa e del 13% all'estero. In compenso, le sue vendite nei negozi diminuiscono del 9% negli USA e del 18% nel resto del mondo.
Dividendo i dati per brand, il gruppo ha realizzato 1,450 miliardi di dollari (1,279 miliardi di euro) con Abercrombie & Fitch, 1,948 miliardi (1,718 miliardi di euro) con Hollister e 321 milioni di dollari (283 milioni di euro) via Abercrombie Kids.
Il gruppo ha visto passare l'utile operativo da 80,8 milioni di dollari (71,2 milioni di euro) nel 2013-14, a 113,5 milioni di $ (100 milioni di euro), al termine dell'ultimo esercizio. Ma il gruppo ha visto il budget dedicato alla sua riorganizzazione dividersi per 10, essendo passato da 80 a 8 milioni di dollari (da 70 a 7 milioni di euro), non arrivando dunque più ad influenzare significativamente i suoi risultati.
L'utile netto del gruppo si è invece contratto del 5%, a 51,8 milioni di dollari (45,7 milioni di euro).
Arthur Martinez, il presidente del consiglio di amministrazione, ha intanto indicato le direttrici principali di sviluppo per il 2015: “In primo luogo, dobbiamo migliorare le vendite in comparabile negli Stati Uniti e nel resto del mondo per mezzo di un'evoluzione del nostro assortimento e di una migliore focalizzazione sull'esperienza del consumatore. Secondariamente, realizzeremo degli investimenti nelle attività di vendita on-line ed omni-canale. In terzo luogo, continueremo a cercare di ridurre i costi e di ottenere una migliore efficienza operativa. Infine, svilupperemo la nostra presenza globale in mercati ad alta crescita”.
Così il gruppo, che si aspetta un difficile primo semestre, annuncia, dopo aver chiuso una cinquantina di negozi nel mercato di casa nell'ultimo esercizio, di prevedere circa 60 chiusure anche nel 2015-16. In compenso, punta a realizzare 15 inaugurazioni distribuite fra Cina, Giappone e Medio Oriente, oltre a 4 opening in Nordamerica e all'apertura di 11 negozi outlet negli Stati Uniti.
Olivier Guyot (Versione italiana di Gianluca Bolelli)
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