Zilli, in amministrazione controllata, cerca investitori
La crisi sanitaria e le restrizioni ad essa collegate pesano da più di diciotto mesi sull'attività dei marchi di moda, e alcuni sono costretti a chiedere la protezione del tribunale per valutare le migliori possibilità di sopravvivenza. È il caso della maison lionese Zilli, player dell’abbigliamento maschile di lusso dal 1965. L'azienda, in mora dal 2 giugno, è stata posta in amministrazione controllata dal tribunale del commercio di Lione il 29 settembre.

Ancora di proprietà della famiglia fondatrice, gli Schimel, l'azienda Zilli possiede un atelier di confezione a Dardilly (Rodano) e due filiali produttive in Italia (per abiti e camicie). Specialista in giubbotti di pelle e pelliccia, dispone attualmente di una rete di 60 punti vendita tra Francia ed estero, inclusi sei negozi di proprietà situati in città molto legate al turismo, vale a dire Parigi, Cannes, Courchevel, Monaco, New York e Londra.
Secondo il quotidiano Le Progrès, nell’anno fiscale 2020 l'azienda, che impiega 104 dipendenti in Francia, ha generato 31,5 milioni di euro di fatturato, in calo di oltre il 30% rispetto al 2019. Il quotidiano riporta che la maison sta perseguendo una strategia di diversificazione: nel 2020 ha lanciato un marchio di abbigliamento sportivo attraverso una collaborazione con Youri Djorkaeff, sta ampliando la sua gamma di profumi e dovrebbe lanciare la linea Zilli Casa (dedicata ad accessori e oggetti decorativi) entro la fine dell'anno.

I proprietari di Zilli sono alla ricerca di investitori o acquirenti in grado di supportare l’attività dell’azienda e rilanciarla. È stata attivata una ricerca di partner e sono stati nominati due amministratori giudiziari (partner FHB e AJ). Il termine per la presentazione delle offerte pubbliche di acquisto è stato fissato al 29 ottobre.
Zilli ha già conosciuto delle difficoltà in passato. Nel 2016, colpita dal calo dei consumi in Russia (uno dei suoi mercati di punta), è stata oggetto di una procedura di salvaguardia e ha attuato un piano di salvaguardia dell'occupazione per l'anno successivo. Alla fine del 2017, Arnaud Marion, specialista in turnaround aziendali, ha acquisito una partecipazione del 38% nel capitale della società.
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