Zara lancia con Nilit e Basf una linea con poliammide che dimezza il consumo di risorse fossili
Zara compie un altro passo nel campo dell’innovazione tessile e unisce le forze con il produttore israeliano di tessuti Nilit e l'azienda chimica tedesca Basf per lanciare una capsule collection in poliammide che utilizza il 55% di acido adipico proveniente da biomasse.

La poliammide ha nell'acido adipico uno dei suoi componenti principali. Questo acido di solito è prodotto con risorse fossili come gas naturale o petrolio. Invece, per questa collezione, Basf ottiene l’acido adipico a partire da una materia prima proveniente dalla fermentazione dei rifiuti organici.
Il 55% della poliammide utilizzata nella capsule è realizzata con questo materiale innovativo, mentre il restante 45% è HMDA (esametilendiammina), materia prima molto utilizzata in fibre come il nylon e che, per la maggior parte, è realizzata a partire da risorse fossili.
I capi che compongono questa linea di Zara sono un abito lungo cut-out, un body elastico e un abito halter, venduti a prezzi compresi tra 22 e 29 euro.
Zara aggiunge questa collaborazione con Nilit e Basf all'elenco delle alleanze siglate con aziende innovative nella produzione tessile (tutte con una componente di sostenibilità e nuove forme di produzione).
In questa selezione figurano Evrnu o Renewcell, che trasformano i rifiuti tessili in cellulosa o altre fibre per la produzione di nuovi tessuti; Piñatex, un materiale progettato da Ananas Anam che trasforma gli scarti delle foglie di ananas in fibra tessile, o Lanzatech, una startup che converte le emissioni di carbonio in etanolo, qualcosa che, a sua volta, può essere utilizzato per produrre poliestere.
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