Yohji Yamamoto: l'arte del drappeggio ritualizzata al municipio di Parigi
Avviso a tutti i puristi della creazione moda: correte a vedere il video dell'ultima collezione di Yohji Yamamoto, il solo designer ad aver organizzato una sfilata fisica venerdì, durante questa Fashion Week un po’ particolare a causa della pandemia. E che sfilata...
Attraversata da un'energia ultra avanguardista, la presentazione si è svolta in una serata umida, sotto l'oro della Sala delle Feste del Municipio di Parigi, un decoro gigantesco e opulento che spiccava sulla collezione stessa, un radicale assemblaggio di tessuti bianchi e neri.
Nel mondo della moda, sono rari coloro i quali padroneggiano l'arte del drappeggio come Yohji Yamamoto: le sue candide modelle erano avvolte in sculture di seta e lana fine, prima di una impressionante accelerazione finale, strutturata attraverso delle grucce in filo metallico e delle crinoline che hanno quasi fatto esplodere i tessuti attorno ai corpi.
L’agenda di Yohji Yamamoto raramente è stata così fitta: secondo alcune indiscrezioni, il marchio sta preparando diverse collaborazioni, con etichette molto diverse tra loro come Hublot, Supreme o Lamborghini.
“Forse il problema è che sono diventato troppo famoso”, ride lo stilista nipponico, uomo sempre molto discreto.
Yohji Yamamoto preferisce far parlare il suo lavoro — abiti-cappotto sviluppati alla perfezione, tagliati in una linea informale e rilassata di cui le modelle sembravano andar pazze. Abiti da star del cinema indipendente che farebbero girare la testa dappertutto sul pianeta. Le tecniche utilizzate sono audaci: tessuti a forma di cactus, foglie frastagliate o tentacoli. Lo stilista ha immaginato un abito di lana secca che sembrava un pantalone da gentiluomo quando lo si vedeva arrivare, e poi, più da vicino, a un bolero allungato sulla schiena. Le acconciature intricate e complesse, intervallate da piume di gallo nero (capolavori del parrucchiere Eugène Souleiman) aggiungevano un senso di rito esotico che pervadeva la sfilata.
"Non sono veramente un artista. Secondo me, gli artisti non dovrebbero immischiarsi con la politica. Per questa collezione ho voluto mettermi dalla parte degli umani, anche se gli esseri umani non sono sempre buoni”, confida Yohji Yamamoto, il cui stile “protettivo”, che consiste nel fasciare le donne in generose strisce di tessuto, sembra comunque assolutamente adatto ai nostri tempi difficili.
Quando al designer 76enne viene chiesto se ha esitato a prendere un volo di 11 ore dal proprio quartier generale a Tokyo per presentare la collezione a Parigi, lui risponde: “No, non proprio. Appena ho saputo che ci sarebbe stata una stagione a Parigi, ho detto: dai, andiamo!”.
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