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12 mag 2021
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Worth Partnership Project delinea il futuro di design e capacità artigianali

Pubblicato il
12 mag 2021

La seconda e ultima parte, mercoledì 12 maggio, dell’evento online “The Future of Creative Design” di Worth Partnership Project (WPP), l’incubatore creativo più grande d’Europa, ha continuato ad approfondire il futuro del design e delle capacità artigianali sul Vecchio Continente. Ne hanno parlato Richard Van der Laken e Janos Keresnyei.

Richard Van der Laken - What Design Can Do


Il primo è un grafico olandese, direttore creativo e sostenitore di lunga data del potere di trasformazione del design che insieme a Pepijn Zurburg è co-fondatore e direttore creativo di What Design Can Do, piattaforma internazionale che consente ai creativi di affrontare questioni sociali urgenti. Per fare ciò, WDCD ha creato molteplici sfide (challenge) di progettazione – per esempio per ridurre le emissioni di CO2 o per realizzare piani a favore dei rifugiati, ma ha anche realizzato diverse pubblicazioni ed eventi in location come Amsterdam, San Paolo del Brasile o Città del Messico.
 
Il secondo, ungherese, è un mentore aziendale e un esperto nello sviluppo di business creativi, che ha supportato progetti tecnologici e di design in fase iniziale in molte partnership internazionali e che oggi dirige una società per la gestione del patrimonio intellettuale e il trasferimento di tecnologia.

“Per molti versi, lo spreco è l'ultimo problema del design”, ha spiegato Richard Van der Laken. “Per molti decenni, l'industria del design ha contribuito a mantenere un sistema estrattivo, inquinante e lineare guidato dal consumismo (secondo il modello ‘Take, Make, Waste’), un altro campo in cui il design - con il suo potere seduttivo - ha una grande responsabilità. Oggi il modello ‘Take Less, Make Better, Handle Smarter’ è quello attraverso il quale i designer devono lavorare”.

Janos Keresnyei


Proprio per questo la piattaforma What Design Can Do ha creato l’ultimo dei suoi challenge in ordine di tempo: ‘No Waste Challenge’, concorso globale che invita architetti, designer o imprenditori a presentare soluzioni innovative, ma significative, per ridurre e ridisegnare il modo in cui estraiamo, produciamo e consumiamo risorse. I progetti vincitori ricevono un ampio pacchetto di supporto, compreso un finanziamento di 10.000 euro per entrare in un programma di sviluppo su misura che trasformi le loro idee in realtà. “Il 70% delle piattaforme che abbiamo accelerato è ancora attiva e vanta un business fiorente”, puntualizza il grafico olandese, il quale sostiene che i designer si trovino “in una posizione unica per cambiare il modo in cui le cose sono fatte e di cosa sono fatte. La crisi del Covid-19 ci ha fornito un'opportunità senza precedenti per aprire le porte a nuove idee, e a prodotti, sistemi e servizi radicalmente differenti”.
 
“Il design, che è sempre stato parte del problema, oggi può anche essere parte della soluzione”, ha ricordato Van der Laken, secondo il quale “un numero sempre crescente di creativi ha assunto un ruolo attivo nella transizione verso un'economia circolare, sperimentando materiali e processi, sensibilizzando e ispirando nuove narrative sui rifiuti come risorsa ed esplorando modi per carpire meno risorse al pianeta, produrre meglio e gestire in modo più intelligente il processo creativo”.

Una borsa pieghevole in pelle e tulle di The Eastern Side of Riviera


Il magiaro Janos Keresnyei ha invece parlato di gestione delle risorse immateriali come strumento di preparazione per il trasferimento del design e/o delle tecnologie. Gli ingredienti per ottenere tale Design/Technology Transfer sono “stabilire e mantenere procedure per garantire che il design del prodotto (i suoi componenti e la sua configurazione) sia correttamente tradotto in specifiche di produzione”, spiega l’esperto di mentorship, “trasferire il design del prodotto nei metodi e nelle procedure di produzione, e infine creare un ambiente produttivo che garantisca la conformità del prodotto ai requisiti normativi e agli standard di settore”.
 
“Dopo aver finalizzato il suo progetto di design ed essersi ritagliato abbastanza tempo per predisporlo”, dice Keresnyei a proposito del designer del prossimo futuro alle prese con l’implementazione pratica delle sue idee, “il creativo dovrà sviluppare il processo di produzione, documentarlo e convalidarlo, creare le forniture per i venditori, risolvere i problemi di costi, affidabilità e sicurezza, identificare gli asset immateriali nella progettazione dell’oggetto e infine valorizzarli”, conclude.
 
Nel florilegio di showcase di case histories esemplari dell’approccio di Worth, l’incubatore ha segnalato alcuni progetti che hanno efficacemente adottato i principi della nuova era digitale nei processi di produzione e nell'intera catena del valore. Tra questi, i progetti STEM, ThinkingWoman’s Chair, Fashion Colada, Circular Workwear Collection, Kinematic Handbag by Rmatura, No/Thing, EnaOna, Freskos, ma segnaliamo in particolare WeAr Design, progetto della PMI siciliana Eithne, insieme alla designer rumena Daniela Tanase e all’azienda britannica di consulenza Aer It Consulting, che mira a sviluppare una piattaforma basata sul design in cui artisti visuali e clienti co-creano insieme degli articoli di moda. Oppure le borse pieghevoli in pelle e tulle del progetto ispano-bulgaro The Eastern Side of Riviera, che punta a migliorare l’aspetto delle utili borse pieghevoli, visto che secondo loro quelle disponibili sul mercato non sono particolarmente funzionali o attraenti. Le borse utilizzeranno filati sostenibili (nylon riciclato da vecchie reti da pesca o filati biodegradabili), sviluppando tulle creativo e altamente resistente, combinato con pelle riciclata.

Clotho


Tra i progetti che dimostrano come l'artigianato possa usufruire di tecnologie e tecniche disruptive con un design innovativo per l'era moderna, ecco i progetti di We Are Not In This Alone, Lumimòza, Burning For, Mapu Preto O som da Terra, Minta, Storytelling Garment Project, Crossing Parallels, Scala, A Phyne Bomber Jacket e Vivid. In particolare, Ignorance Is Bliss è una collezione di tappeti fatti a mano ideata dall’olandese Studio Agne insieme ai lituani di Ecolinum, ottenuti con fibre colorate utilizzando rifiuti, come carbone e ferro delle aziende che forniscono acqua potabile e altri rifiuti organici provenienti dalle industrie alimentari, farmaceutiche e del beverage. Mentre LéBiu let’s Cork produce un materiale a base biologica ricavato dagli avanzi dei tappi di sughero. L’obiettivo è creare filamenti per stampanti 3D che generano una resina per stampare oggetti. L'idea è quella di creare pannelli modulari leggeri, lampade e vasi che abbiano proprietà fonoassorbenti grazie alle particelle di sughero e ai materiali aggiunti come la ‘pelle’ di sughero e la lana di pecora sarda, utilizzando quindi scarti di produzioni locali. Un’idea del designer industriale sardo Fabio Molinas, che vive a Madrid, in collaborazione con Fablab Venezia.
 
Invece, tra le iniziative che combinano innovazione sociale e inclusione in un ambiente più sano, più confortevole ed esteticamente gradevole per gli utenti, ecco Reframd, Vibrant-barrier-free glassware collection, Step Smart e Vibro-Tactile Textiles. Da notare poi Nova Underwear, collezione innovativa di reggiseni per donne cui è stato diagnosticato un cancro al seno, concepita dalla stilista Chiara Pasini (laurea al NABA, master al Polimoda) in collaborazione con l’italiana Textilross e l’olandese One Feeling Prints. La linea utilizza tessuti come il Crabmodal - una fibra antibatterica vegetale che aiuta la guarigione della pelle e fa bene ai pigmenti ultra sensibili - e tessuti minerali, che trasformano il calore del corpo in energia riflessa attraverso la pelle, stimolando la microcircolazione e il tono della stessa. Ma anche il progetto turco-spagnolo Beaggie, che crea pigiameria (e homewear) sostenibile, unisex, senza tempo e adattivo che si adatta alle varie fasi di crescita del bambino, diminuendo la quantità di vestitini comprati negli anni e dunque l’inquinamento.

WeAr Design


Infine, le case histories fra le soluzioni innovative nei settori della moda e del lifestyle che adottano con successo materiali intelligenti e ad alte prestazioni vedono nella lista Aeras-x-Seat for Drone Taxis, HIH, Rethinking the Bra, Clotho, Agogic, 3D Metal Panels, The Vase, Minois, The Vegan Sheep, Sense of Nature/Seismic Garment, Bubble Façade, Not to Forget, Future Wardrobe, Dimmenso e IOT Jacket & Robot. Da segnalare in particolare Clotho, partnership fra l’italiana Zoe Romano e l’azienda di design digitale dei Paesi Bassi Dialectic Design, che implementerà una collezione di abbigliamento sostenibile utilizzando materiali innovativi in grado di schermare chi indossa i capi dalle frequenze elettromagnetiche. La ricerca renderà pubblici anche modelli di design parametrici per consentire la realizzazione di vestiti confortevoli e articoli personalizzati prodotti localmente e su richiesta. Smartcoat with Ethics è invece un progetto di cappotto impermeabile completamente lavabile con funzionalità di illuminazione e riscaldamento unito a un design intelligente personalizzato tramite un'app mobile, ideato dalla designer ungherese Petra Földi (Theraincoat) coi tedeschi di Vapedock.

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