Di
Bruno Joly
Bruno Joly
Pubblicato il
23 lug 2011
23 lug 2011
Wolford: ottime performance grazie alle boutique a nome proprio
Di
Bruno Joly
Bruno Joly
Pubblicato il
23 lug 2011
23 lug 2011
Wolford è ottimista. Per l'esercizio 2011/2012, iniziato il 1° maggio, lo specialista austriaco dei collant di alta gamma ha in previsione di crescere. "Le prime undici settimane sono positive", dice molto semplicemente Holger Dahmen, CEO del gruppo, che ha reso noti risultati piuttosto promettenti.
Wolford è diffuso in più di 200 negozi, di cui 103 gestiti da partner. (Foto: DR) |
Nel corso dell'ultimo esercizio, chiuso il 30 aprile, Wolford ha ottenuto una crescita del suo utile al lordo di interessi e imposte di quasi il 63%, a più di 7 milioni di euro. Un risultato dovuto a una migliore gestione dei costi e ad una crescita nelle vendite. Queste ultime sono infatti aumentate del 5,6%, a 152 milioni, di cui il 57% realizzato con i collant e il 32% con il prêt-à-porter. Solo tre mercati sono in calo, fra i quali è compresa la Francia (che pesa per l'11,6% sull'attività totale e rappresenta il quarto mercato del gruppo), l'Austria (3° mercato) e i Paesi Bassi. "Il calo in Francia non è significativo. E' solo dello 0,6%", si è affrettato a precisare l'AD. In Germania e negli USA, i primi due mercati pressoché ex-aequo, le vendite sono aumentate rispettivamente dell'1,6% e di quasi l'11%.
Globalmente, Wolford ha tratto vantaggio dalla strategia di sviluppo della propria rete monomarca. Così, le 106 succursali, le 30 concessioni e i 25 outlet per la prima volta hanno pesato per oltre il 50% sull'attività. Le vendite retail sono cresciute di più del 13% e del 6% circa a perimetro comparabile. Le vendite realizzate coi franchising sono anch'esse progredite del 5,4%. Quelle realizzate attraverso i dettaglianti sono invece calate dell'1,9%. "Non vogliamo essere distribuiti esclusivamente attraverso i negozi a nome proprio. Il nostro piano è di realizzare circa il 70% nel retail e il 30% nel wholesale. Nel retail, formiamo noi stessi il personale e il problema di essere distribuiti negli store assieme ad altre marche per noi proprio non si pone", conclude Hoger Dahmen, il quale non fornisce alcun dato di previsione per il nuovo esercizio.
Bruno Joly (Versione italiana di Gianluca Bolelli)
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