Who's Next registra una dinamica di ripresa soddisfacente
L’edizione di settembre di Who’s Next (svoltasi da venerdì 2 a lunedì 5, a Parigi), il cui tema giocava con i codici delle università americane e dello sport, ha portato una ventata di ottimismo nonostante un contesto globale segnato dall’inflazione in aumento e, di conseguenza, da consumatori costretti a tirare la cinghia.
In primo luogo perché dopo diverse sessioni in formato (ultra)ridotto o segnate dall’obbligo di indossare le mascherina e da altre misure preventive per combattere la pandemia di Covid-19, il ritorno alla “normalità” di questa edizione ha portato a un vero relax e a una maggiore semplicità negli scambi.
Altro aspetto positivo: gli espositori che proponevano gioielli, calzature, accessori, beauty e ovviamente abbigliamento si sono ritrovati tutti nello stesso padiglione, il numero uno, con una migliore leggibilità degli universi e una reale facilità di circolazione.
L'offerta in sé è stata l'altra bella sorpresa di questa edizione: i brand hanno lavorato alle loro collezioni per distinguersi, osando con il colore, le stampe, i materiali... e con l'aumento dei prezzi che tutti hanno dovuto applicare.
E tra il lavoro svolto dai brand affermati, gli approcci responsabili presenti nello spazio Impact, i concept di Villa Beauté, le collezioni di player internazionali, come le creazioni proposte dal gruppo di brand taiwanesi (presenti presso lo spazio congressuale allestito come uno stadio di football americano), la diversità delle proposte c'era sicuramente.
La maggior parte degli espositori ha potuto ritrovare i propri clienti, ma anche a firmare con alcuni prospect, il che rimane un indicatore fondamentale per i marchi che giocano la carta della fiera fisica. Tuttavia, non tutti gli spazi hanno vissuto la stessa dinamica: l'area dedicata a Impact e alle sue soluzioni sostenibili, ad esempio, pare sia stata un po' meno visitata rispetto alle precedenti edizioni.
Secondo alcuni espositori, la domenica si è rivelata più affollata del giorno precedente. Gli spazi dedicati al prêt-à-porter e agli accessori hanno visto una buona presenza di buyer, in particolare department store e molti multibrand premium francesi, che pare non abbiano ridotto i loro budget di acquisto. Oltre ai buyer europei, gli espositori hanno avuto la possibilità di incontrare compratori da Canada, Stati Uniti, Giappone e altri Paesi asiatici.
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