Who's Next: presenze in calo del 4,6%, ma qual è il bilancio reale della fiera parigina?
Quale sarebbe stato il volto dei saloni parigini che si sono svolti a gennaio senza gli effetti dello sciopero dei trasporti? In mancanza di una sfera di cristallo, il bilancio che si deve redigere è necessariamente molto influenzato dallo sfavorevole contesto sociale che ha accolto l’ultima edizione del salone Who’s Next, svoltosi dal 17 al 20 gennaio scorsi. Tra quelli che sono rimasti piacevolmente sorpresi, perché si aspettavano una sessione molto piatta, o al contrario gli altrettanti rimasti delusi dal fatto che ancora una volta le presenze siano diminuite, è stato difficile, se non impossibile, per i marchi espositori fornire un'analisi unanime in queste condizioni.
Perché, come a gennaio 2019, le presenze sono ulteriormente calate al salone Who’s Next: 42.565 visitatori in quattro giorni, per una diminuzione 4,6% rispetto all’anno scorso. Un bilancio neanche tropppo negativo, se si considera che lo sciopero dei trasporti è continuato questa settimana e la pausa su questo fronte è avvenuta solo il lunedì, ultimo giorno di fiera? Probabilmente è così, se confrontiamo il dato con le diminuzioni delle presenze sperimentate dai vicini del centro fieristico della Porte de Versailles: il Salon International de la Lingerie ha annunciato una contrazione “dal 5 al 6%” dei visitatori e Bijohrca del 10%.
Bisogna sottolineare che i tre organizzatori si erano provvisti di un servizio di navette che, secondo Who’s Next, ha permesso di trasportare in fiera 2.000 persone dalle stazioni e dagli aeroporti.
Gli organizzatori sono stati concordi nell’identificare la giornata di sabato, teatro delle manifestazioni nel centro di Parigi, come la più influenzata da questo contesto esterno, mentre venerdì e domenica sono state giornate più movimentate. Eppure la percentuale di buyer presenti all’appuntamento è salita dello 0,77% rispetto all’edizione precedente. Da qui sicuramente la doppia impressione di alcuni marchi di aver vissuto una bella fiera, pur notando maggiore tranquillità durante l'evento. Soprattutto gli espositori del padiglione 4, il ‘Fame’, dedicato al prêt-à-porter femminile.
Con il calo più netto registrato dal contingente francese, ovviamente a causa dello sciopero generale dei trasporti, la percentuale dei visitatori stranieri è invece aumentata, del 35%, in questa edizione.
In testa ai visitatori esteri di Who’s Next, ci sono italiani, spagnoli, belgi e giapponesi, seguiti da vicino da britannici e tedeschi, le due nazionalità che hanno avuto la maggiore progressione in questa sessione della fiera.
L’organizzazione ha già in mente vari progetti per l’edizione del prossimo settembre: prima di tutto l'integrazione del salone Traffic, creato quattro anni fa dalla federazione francese del prêt-à-porter femminile e dedicato a soluzioni di servizio innovative per le aziende della moda, mentre l’area ‘Impact’, dedicata ai progetti di moda ecosostenibile, poco apprezzata in questa edizione a causa di una certa perdita di specificità e rilevanza, confinata com’era dopo gli accessori nel padiglione 6, dovrebbe assumere una nuova portata. Gli organizzatori hanno approfittato di questa edizione per annunciare che il concept di ‘Impact’, che sarà lanciato tra un mese anche all’interno del loro altro salone, il Première Classe alle Tuileries, sperimenterà un'altra versione “fuori porta” alla Fiera di Parigi in aprile. Un modo per fidelizzare i marchi piuttosto che spedirli ad incontrare il grande pubblico, con la speranza di riunire un contingente molto più forte alla Porte de Versailles il prossimo 4-7 settembre.
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