White Street Market conquista espositori, pubblico e buyer
Buona la prima per “White Street Market”. Il salone ibrido che ha riunito buyer e grande pubblico intorno all’universo dello sport e dello streetwear ha messo a segno una partenza in grande stile in occasione della settimana della moda maschile di Milano, conclusa il 18 giugno, attirando 8.800 visitatori in tre giorni.
Certo, la formula è da perfezionare, ma ha ottenuto commenti positivi unanimi da espositori, buyer e pubblico. “Eravamo presenti per la prima volta a White e abbiamo apprezzato molto l’iniziativa, davvero innovativa, in particolare la possibilità di vendere direttamente ai consumatori. Abbiamo notato una grande curiosità da parte dei visitatori. Questo debutto ci è sembrato eccellente, anche se bisognerà coinvolgere qualche brand importante in più”, ha commentato Luca Pizzuti, responsabile commerciale del marchio di calzature Pony.
Situato al numero 54 di via Tortona, negli ex stabilimenti industriali delle acciaierie Ansaldo, proprio di fronte al salone di moda e accessori White, all’origine del progetto, il nuovo appuntamento è riuscito a riunire una trentina di nomi tra label emergenti e grandi marchi come Adidas Originals, G-Schock e Patagonia, spesso presenti con progetti speciali. Adidas, ad esempio, ha infatti presentato il suo nuovo modello di sneaker POD System, proponendo inoltre un laboratorio di personalizzazione di borse. Da parte sua, Sergio Tacchini ha svelato la sua collaborazione con Andrea Crews.
Molti gli stand “insoliti”, come un laboratorio di produzione di surf o uno spazio dedicato alla promozione di consolle da gioco, realizzato dallo studio di design PPW, incaricato dello sviluppo del marchio Sneaker Invaders. “È la situazione ideale per esprimere il concetto di street, che spesso non riesce a farsi comprendere bene in Italia”, ha commentato Giulia Sturla, dell’agenzia PPW.
Parere positivo anche da parte di Alberto Ferrante, titolare della boutique Eraldo, vicino a Venezia: “Il salone rappresenta un’evoluzione positiva in quanto apre una finestra importante di contatto con il pubblico. Il mondo della moda è sempre stato piuttosto chiuso. Qui troviamo la tipologia di persone che spendono di più nei nostri negozi. Certo, è un debutto, ma con un grande potenziale”.
Infatti, intorno agli stand molti gruppi di teenager, allertati dai social network, sembravano estasiati nel vedere così tanti modelli di sneaker. “Ci sono molte cose carine, è davvero bello. Certo, poi bisognerà vedere se si ha il budget per comprare qualcosa”, ha commentato Tommaso, 16 anni. Bianca, 17 anni, si è innamorata di un paio di Converse in “edizione limitata”. “Per chi ama lo street, è davvero super. Ho scoperto le proposte di Big Soup, un rivenditore specializzato di Roma”, ha dichiarato con un gran sorriso.
Tra tornei di ping-pong, concerti, bar, animazioni varie e conferenze, senza dimenticare una lunga tavolata allestita con consolle da gioco ad accesso libero…tutto è stato pensato per rendere White Street Market interattivo e ludico.
“Lo spazio è interessante ed è una bella idea. Ha attirato persone di qualità, interessate alla cultura street e appassionate di moda, in particolare molti asiatici. Ma il luogo mi sembra più focalizzato sulla comunicazione e sull’esposizione piuttosto che sulla vendita”, ha analizzato Michelina Miccio, italo tedesca, a lungo alla direzione comunicazione di Replay e Diesel, che a White Street Market ha presentato “Speaking Garments”, un brand di abbigliamento di nicchia, lanciato lo scorso anno, realizzato con degli artisti in un processo totale di collaborazione creativa.
“È un esperimento ricco di energia. Le aziende ne sono state conquistate perché vogliono dialogare soprattutto con i giovani. Mi sono ispirato al Salone del Mobile, un must a Milano, cercando di combinare b2b e b2c”, ha concluso con un gran sorriso Massimiliano Bizzi, il fondatore di White, che ha sviluppato il progetto con Paolo Ruffato, fondatore e direttore generale dell’agenzia di comunicazione milanese Probeat Agency, e con Walter D’Aprile, cofondatore di nss magazine e dell’agenzia di comunicazione digitale specializzata nello streetwear nss factory.
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