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10 mag 2020
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Vola la disoccupazione negli USA, ai massimi dalla Grande Depressione

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Ansa
Pubblicato il
10 mag 2020

Il coronavirus si abbatte come uno tsunami sul mercato del lavoro americano, causando una vera e propria emorragia occupazionale. Nel solo mese di aprile sono andati persi 20,5 milioni di posti di lavoro, ben oltre gli 8,7 milioni bruciati durante l'ultima intera recessione. Il tasso di disoccupazione è volato al 14,7%, il livello più alto dalla Grande Depressione. E l'incubo potrebbe non essere finito: l'aprile nero potrebbe essere seguito da un maggio ancora più cupo con una disoccupazione al 20%.

Ansa


La doccia fredda piove sugli Stati Uniti che riaprono a scaglioni e fra le polemiche mentre il numero dei morti continua a salire: i decessi sono quasi 76.000 decessi, di cui 2.400 solo nelle ultime 24 ore. Convinto che si debba riaprire a tutti i costi Donald Trump cerca di stemperare i timori sull'occupazione: i dati "non sono una sorpresa, erano attesi. I posti di lavoro persi torneranno e il prossimo anno sarà positivo per l'economia".

Ottimista anche Wall Street, che avanza decisa nonostante la gelata. Gli investitori si attendevano infatti dati decisamente peggiori - oltre 21 milioni di posti persi e una disoccupazione al 16% - e quindi le rilevazioni attuali sono tutto sommato positive. Inoltre i dati si riferiscono al mese di aprile, quello del picco del Great Lockadown, lasciando quindi intravedere spiragli di miglioramento. Senza contare che le perdite sono concentrate nei settori dell'ospitalità e della ristorazione, offuscando la forza di altre aree del mercato.

Le rilevazioni del ministero del Lavoro americano nascondono però una realtà probabilmente molto peggiore di quella catturata dai numeri. Il tasso di disoccupazione è calcolato sul numero di persone attivamente a caccia di un posto di lavoro, una misura non adatta ai tempi del coronavirus che costringe a casa e chiude aziende e negozi. Il dato non riflette neanche i lavoratori che, pur mantenendo il loro impiego, si sono visti ridurre le ore lavorate o il salario. Quasi 11 milioni di americani hanno dichiarato di lavorare part-time in aprile perché non hanno potuto trovare un'occupazione a tempo pieno. Si tratta di una cifra superiore ai quattro milioni del pre-coronavirus e che si inserisce nel 51,3% di quota della popolazione con un impiego, la cifra più bassa di sempre.

Alcuni osservatori 'ottimisti' prevedono che la crisi svanirà rapidamente così come arrivata. Altri invece consigliano di abbandonare le speranze per una ripresa a V e di guardare ai danni causati dal coronavirus e valutare l'adeguatezza della risposta delle autorità. L'obiettivo, a loro avviso, è evitare gli errori commessi durante la Grande Depressione. Sbagli che hanno ritardato la ripresa, causato cicatrici indelebili nella memoria, e che ora la Fed e il Congresso sono chiamati a non commettere. Finora l'amministrazione Trump, con l'aiuto di democratici e repubblicani, ha stanziato 3.000 miliardi di dollari di aiuti. La Fed ha messo in campo misure straordinarie spingendosi ben al di là di quanto fatto fra il 2008 e il 2009. Gli effetti di tutte queste misure non si sono però ancora fatti sentire e il timore è quello di una frenata economica ben peggiore delle attese, con ripercussioni soprattutto per Trump che, sulla forza dell'economia, si gioca la rielezione.

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