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Pubblicato il
8 mar 2023
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Viviers porta a Milano diversità e qualità delle fibre naturali del Sudafrica

Pubblicato il
8 mar 2023

L’emergente stilista sudafricana Lezanne Viviers ha presentato a Milano la sua collezione Fall-Winter 2023/24, intitolata “Karroo-Land of Thirsts”, in un evento che ha segnato la sua prima presentazione fisica in Italia, dopo il debutto digitale di settembre 2022.

Viviers, Autunno-Inverno 2023/24


“Abbiamo iniziato a creare la collezione pensando a come far conoscere i tessuti sostenibili del Sudafrica, in particolare mohair e piume e pelle di struzzo, o fibre come la pura lana, risorse ecologiche spesso trascurate, ma che invece dovrebbero essere conosciute e celebrate da un pubblico globale molto più ampio. Tutte provengono da un’area sudafricana specifica denominata Karroo, o "Terra della sete" nella lingua tradizionale Khoi-Nama-San, che si riferisce a una parte molto ampia e aridissima del deserto sub-sahariano del nostro Paese. Ho trovato sempre estremamente significativo che questi materiali caldi, morbidi e accoglienti provengano da una terra così aspra”, racconta a FashionNetwork.com, con fare etereo, la stilista nata a Città del Capo, che nel 2011 s’è trasferita a Johannesburg. “Sono partita da questa dualità, sia del Karroo, con il suo contrasto fra durezza del territorio e morbidezza delle materie prime che vi si ottengono, che di tutto il Sudafrica, con la sua reputazione di essere una nazione bellissima, ma attraversata da enormi disparità sociali ed economiche”.
 
“Attraverso il Karroo in automobile alla fine di ogni anno”, continua Viviers, specializzatasi in scultura nei suoi studi alla PJ Oliver Art School di Stellenbosch. “È un viaggio di 16 ore senza elettricità, in un surreale paesaggio magico che si rivela attraverso questo terreno bruciato, mentre mi lascio alle spalle i problemi della città, metafora del cambiamento climatico globale. E la mente comincia ad aprirsi, lasciarsi andare, e alimentare il processo creativo". La collezione vuole dunque rappresentare un'esplorazione dei paesaggi - letterali e metaforici - del Sudafrica, “ma anche l'arcobaleno della Rainbow Nation, il soprannome che è stato dato al nostro Paese, così multirazziale e multiculturale, dopo la fine dell’apartheid, come pure il mio approccio circolare alla vita, che mi hanno insegnato i miei genitori, essendo cresciuta in una famiglia in cui si sprecava pochissimo cibo, acqua, elettricità e imballaggi”, precisa la designer.
 
In particolare, con questa Fall-Winter 2023/24, Viviers punta a sensibilizzare la moda sul valore dell'industria tessile sudafricana per farla rinascere e potenziarla, mostrando la diversità e la qualità delle sue fibre naturali e sostenibili. L’intento è anche quello di ispirare la nascita una partnership commerciale a lungo termine tra Italia e Sudafrica. La linea, confezionata anche grazie alle società Cape Wools SA e Mohair South Africa, ha visto la collaborazione di numerosi produttori e artigiani locali: la Pretoria Weavers Guild (Maddelina Anderson), i tessuti Feathered Fabrics di Pascale Theron Studio, la maglieria artigianale di Hannelie Bekker di WRAPT, i tessuti infeltriti di Stephanie Bentum, i tessuti sperimentali Suminigashi di The SA Marbling Company, i gioielli di Kirsten Goss e le borse di Cape Cobra Leathercraft. 

Viviers, Autunno-Inverno 2023/24


“Ne sono scaturiti capi che rappresentano in molti casi creazioni uniche, spesso nate da rimanenze o scarti, che hanno una grande ricchezza manifatturiera. I clienti che ho in Sudafrica ‘collezionano’ i miei vestiti, magari comprandone uno, due o tre da un anno all’altro. Io però non sono interessata a far diventare questo mio progetto supercommerciale. Il fatto che siano edizioni limitate fanno sì che di alcun outfit ne possiamo realizzare al massimo 4 o 5. Alcuni altri articoli possono invece essere trasformati in capi di ready-to-wear, ma quanto mi interessava era che la gente, che l’universo della moda e del lusso, venisse a conoscere l’artigianalità di queste creazioni”, puntualizza Lezanne Viviers, che dopo essersi diplomata alla Elizabeth Galloway Academy of Fashion Design nel 2010, ha lavorato con la stilista sudafricana Marianne Fassler, diventando direttore creativo del suo marchio dal 2015 al 2018.
 
Nella collezione genderless presentata a Milano, sete, cotoni, rayon, lamé e sintetici rivisitati, fuori produzione e vintage sono combinati e accostati a lane sudafricane, mohair e a una varietà di tessuti piumati artigianali e sperimentali. Vecchi sacchetti di plastica vengono riciclati per creare un'imbottitura artigianale, fusa con pura lana, per realizzare foulard caldi e resistenti alla pioggia. Questo riferimento si ritrova spesso nelle strade di Johannesburg, dove le plastiche trovate vengono utilizzate per creare un riparo contro le intemperie. Molti degli elementi testuali si riferiscono a tende e cuscini della nonna, a tessuti logori e ad arazzi trovati in vecchie case del Karroo. Tracce di pizzo di ispirazione vittoriana, bordature a mano e spille fanno riferimento al periodo coloniale in Sudafrica.
 
Le foto originali, in pellicola e in digitale, scattate dalla stessa Lezanne Viviers nel Karroo, sono tradotte in stampe Suminigashi a pigmenti naturali, oltre che in opere d'arte digitali che danno nuova vita ai tessuti vintage. Le spalle strutturate e scolpite delle giacche e dei pantaloni sartoriali sono abbinate a maglieria drappeggiata e cosy e a forme fluide di ispirazione organica.

Viviers, Autunno-Inverno 2023/24


La stilista si è anche ispirata alla sensibilità giapponese e al modo in cui viene reinterpretata in un contesto africano. “Shokunin in Giappone significa artigianato, implica che qualcosa sia fatto a mano, ma con gioia, attenzione, bellezza e al massimo delle proprie capacità. Una sensibilità condivisa dalle antiche credenze africane. Spiritualmente e materialmente, lo Shokunin rappresenta un approccio con una coscienza sociale che confonde il confine tra artigiano e artista. Il termine Ubuntu ha lo stesso significato in Sudafrica”, conclude Lezanne Viviers.

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