Vivarte, passata ai creditori, pubblica il bilancio 2019
Vivarte ufficializza il 18 dicembre la riduzione totale del suo debito mediante il completamento del meccanismo fiduciario lanciato la scorsa estate, che consente ai suoi creditori di diventare azionisti e proprietari dei suoi beni, vale a dire i brand La Halle, Caroll e Minelli. Tre insegne che hanno visto il loro fatturato complessivo a perimetro comparabile diminuire del -5,3% nell’esercizio fiscale 2018/19.

Nell’anno fiscale chiuso lo scorso 31 agosto, Vivarte ha realizzato un giro d’affari di 1,2 miliardi di euro, registrando i primi progressi nel percorso di ritorno alla redditività. Il management del gruppo, che rimane quindi un attore importante nella distribuzione di moda francese, registra un avanzo lordo di gestione di 40,4 milioni di euro e un utile operativo corrente di - 1,5 milioni di euro, "in crescita del 76% su base omogenea rispetto al 2018". Il tutto sarebbe accompagnato da un patrimonio netto pari a 544,3 milioni di euro dopo il completamento della "riduzione del debito" (che ammontava a 476,8 milioni di euro).
Pilastro del gruppo, l’insegna La Halle, in ristrutturazione, ha generato 847 milioni di euro di vendite nel 2018/19, in flessione del -3% rispetto all’anno precedente: risultati che si inseriscono secondo la proprietà “in un contesto macro economico degradato, sotto l’effetto congiunto di un rallentamento importante del mercato delle calzature (sceso del -4,7%), dei movimenti sociali e di un clima sfavorevole”. Frutto della fusione dei due Halle (abbigliamento e calzature) il format di negozi misti lanciato dal gruppo e replicato in un centinaio di punti vendita ha visto il suo fatturato crescere dell’8%.
Il brand di abbigliamento femminile Caroll ha realizzato un fatturato di 236 milioni di euro, in leggera crescita (+2,6%) rispetto all’esercizio precedente, nel corso del quale era sceso a 230 milioni. Il marchio di calzature Minelli, che doveva essere venduto ma è rimasto nel gruppo a causa della mancanza di acquirenti interessanti, ha dichiarato un giro d’affari di 124 milioni di euro, in flessione del -3,8%. Entrambe le griffe hanno avuto performance positive online: l’e-commerce di Caroll è infatti cresciuto del 24% e quello di Minelli del 30% sul business totale.
Il piano di ristrutturazione del gruppo, avviato nel 2016, ha visto la cessione di molti marchi: Naf Naf, André, Besson, Kookaï, Chevignon, Cosmoparis e recentemente San Marina. La strategia dei creditori di Vivarte entrati nel capitale della società, ossia Anchorage, Alcentra, Ayfin e Oaktree, non è stata ancora rivelata. Saranno effettuati investimenti per risanare e sviluppare le catene rimaste in portfolio? Oppure ci saranno altre cessioni, fino al completo smantellamento? Le risposte arriveranno nel corso del nuovo esercizio, durante il quale Vivarte ha dichiarato che investirà 55 milioni per sostenere i suoi brand, contro i 31,8 milioni dell’anno scorso.
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