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Reuters
Pubblicato il
28 gen 2019
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Visa Europe chiude il contenzioso con l'Agenzia delle Entrate versando 13,2 milioni

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Reuters
Pubblicato il
28 gen 2019


Reuters

Europe, controllata del gruppo Visa, leader mondiale nel mercato delle carte di credito, ha chiuso un contenzioso fiscale versando all’Agenzia delle Entrate 13,2 milioni di euro per una presunta evasione di imposte sui redditi dal 2009 al 2015. Successivamente la procura di Milano ha quindi chiesto l’archiviazione dell’indagine per omessa dichiarazione dei redditi nei confronti del direttore generale della società, Davide Luigi Steffanini. 

Lo si evince dalla richiesta depositata il 18 dicembre scorso al GIP, che Reuters ha potuto leggere. Mentre al momento non è stato possibile ottenere un commento né dalla società, né dal legale del manager, contattati per mail e al telefono. 

L’inchiesta era partita all’inizio del 2017 dopo una verifica fiscale effettuata dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Milano nella sede milanese di Vesi (Visa Europe Service Inc.) dove Steffanini risultò essere amministratore anche di Visa Europe Service LLC con sede a Londra. 

Al termine della verifica la GDF contestò una stabile organizzazione occulta in Italia della società londinese. Da qui l’avvio dell’inchiesta della procura di Milano per omessa dichiarazione dei redditi con l’accusa di non aver presentato le dichiarazioni per gli anni d’imposta 2009-2015 in Italia, con una presunta evasione di oltre 9,6 milioni di euro. 

A inizio 2018 l’Agenzia delle Entrate depositò però un aggiornamento sulla posizione fiscale della società, precisando che l’agenzia aveva sottoscritto un accordo con Visa Europe Services LLC e la succursale italiana di Visa Management Services LTD. La società chiuse il contenzioso versando i 13,2 milioni di euro, comprensivi di interessi di mora. 

In seguito, la difesa di Steffanini presentò una memoria difensiva, da cui veniva accertato che il personale in Italia non aveva potere di concludere contratti in nome e per conto del gruppo Visa né di condurre negoziazioni vincolanti per Visa. Tanto da far ritenere al PM titolare dell’indagine, Grazia Colacicco, che non ci fossero “elementi riguardo l’esistenza di una stabile organizzazione occulta di Visa presso Visa Europe LLC”. 

Inoltre, l’accordo per adesione fra l’Agenzia delle Entrate e la società escludeva la stabile organizzazione in Italia, limitando il campo a contestazioni fiscali in materia di transfer pricing, non penalmente rilevanti. 

Da qui la richiesta di archiviazione depositata dal PM il 18 dicembre scorso, su cui ora si dovrà pronunciare un GIP. 

Questo che ha riguardato la società di carte di credito, è solo l’ultimo dei procedimenti fiscali condotti dal Nucleo di Polizia Tributaria e dalla procura di Milano, dopo i casi che avevano portato agli accordi con il fisco di Google (306 milioni nel 2017), Apple (318 milioni nel 2015), Amazon (100 milioni nel 2017), Facebook (100 milioni nel 2018).

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