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Ansa
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Pubblicato il
2 ott 2009
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Vionnet torna in scena con l'abito gesto
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2 ott 2009
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PARIGI, 2 OTT - Un 'abito-gesto', un qualcosa che appare molto in sintonia con il corpo femminile, due pannelli di tessuto ideati con maestria ma che prendono forma con il gesto di chi li indossa. E' questo il 'segno' del debutto di Vionnet oggi a Parigi.
Collezione Vionnet P/E 2010 - Foto: Céline Vautard |
Debutto si fa per dire, data la tradizione della maison. Anche se, dopo settant'anni di silenzio, la ricomparsa sulla scena di una griffe famosa, francese, ma ora di proprietà italiana per merito di Matteo Marzotto che la sta rilanciando, autorizza a parlare di esordio. Se poi si aggiunge che lo stilista chiamato a questa impresa è Rodolfo Paglialunga, che ha avuto anche corpose responsabilità creative da Prada, ma che stavolta firma in prima persona, l'attesa per la presentazione era comprensibile.
Preceduta da buona fama (la precollezione era piaciuta, anche se giudicata un tantino "too much" dagli americani), la nuova donna Vionnet oggi ha incantato tutti. E dire che l'impresa era difficile: è ancora aperta a Parigi la mostra su Madeleine Vionnet, fondatrice della maison e genio della moda moderna del Novecento, maestra del panneggio destrutturato e dello sbieco. Tutto il mondo della moda ha visto l'esposizione, che ha reso evidente quanto madame Vionnet, che chiuse il suo atelier nel 1940, sia stata poi copiata.
Anche Rudy Paglialunga ha visitato la mostra, naturalmente, e oggi spiegava che per lui è stata una dura prova: "ho dovuto farmi una sorta di elettroshock per dimenticarla e costruire una collezione sul ricordo e sulle sensazioni. Del resto, avevo anche l'obiettivo di rispettare lo spirito Vionnet". Obiettivo centrato, si direbbe: lo stilista è partito da due tagli di tessuto, due rettangoli, quasi un doppio foulard.
Ma non si pensi a un minimalismo concettuale, a un'idea astratta del corpo, tutt'altro: la collezione è ricca di forme e di ricami (anche bellissime lavorazioni in micropaillettes che segnano di motivi vagamente decò i pannelli degli abiti) e di drappeggi, costruiti dalla sapienza stilistica ma anche dal gusto di chi li indossa. Due rettangoli che possono restare una sciolta tunica, o diventare uno stretto e corto abitino drappeggiato e fermato dalla cintura con le scintillanti broches, quasi delle conchiglie.
Toni molto Vionnet, dal rosa carne al nero, dallavorio al blu con flash di rosso, spesso in accostamenti asimmetrici, o in un garbato contrasto tra davanti (di un colore) e dietro (di un altro). Abiti che si indossano quindi davanti per dietro, con un doppio uso, perché " a un certo punto - spiega Paglialunga abbiamo scoperto che si poteva giocare ruotando la scollatura sul dorso, ottenendo un nuovo modello". Anche le giacche, perfettamente strutturate sul retro, continuano il gioco dei pannelli 'autogestiti', con morbidi revers sul davanti.
Tutto ha qualcosa di alato, di fluido, rispondente a una voglia che si respira da alcune stagioni soprattutto a Parigi. Vionnet ambisce a collocarsi in un gusto 'alto' ma con prezzi abbordabili (circa 1500 euro per un abito): "stiamo facendo tutto all'interno - spiega Marzotto - anche le scarpe (una ventina di modelli) con laboratori in semi-esclusiva. Abbiamo comunque un approccio 'umile', nel senso che siamo consapevoli delle difficoltà. E' un bell'investimento, non solo economico, ma anche di energia".
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