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10 set 2022
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Vicenzaoro: c’è ottimismo per gli scenari futuri del comparto orafo-gioielliero

Pubblicato il
10 set 2022

A Vicenzaoro September 2022, la fiera internazionale del mondo orafo e gioielliero firmata IEG - Italian Exhibition Group, in corso a Vicenza fino a martedì 13 settembre assieme a VO Vintage (9-11 settembre), si respira ottimismo per il comparto orafo-gioielliero, come dimostrato dalle dichiarazioni raccolte in vari incontri e interviste con voci chiave del mondo della gioielleria nei primi giorni di fiera, nel corso degli appuntamenti di approfondimento organizzati per pubblico e operatori.

Crivelli, collezione "Like"


Con oltre 1.000 brand presenti, il 35% dei quali provenienti dall’estero, e 400 buyer esteri da più di 70 Paesi, questa edizione di Vicenzaoro ha ricominciato ad avvicinarsi per dimensioni ai livelli pre-pandemia.
 
Secondo le elaborazioni effettuate dal Centro Studi di Confindustria Moda su dati Istat per Federorafi, l’export italiano è in crescita del +36,5% nei primi cinque mesi del 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021. In cifre assolute, si porta a poco meno di 4 miliardi di euro e segna circa +1 miliardo rispetto al medesimo periodo dello scorso anno. Tra gennaio e maggio 2022, l’evoluzione dell’export resta molto favorevole nei principali mercati di destinazione: gli Stati Uniti si confermano in prima posizione con un +24,9% rispetto al medesimo periodo del 2021 (+115 milioni in valore assoluto), segue la Svizzera, con un +31,4%, gli Emirati Arabi, con un +23,3%, e la Francia, con una crescita pari al +123,8% (+255,5 milioni di euro in valore assoluto). Unica eccezione è costituita da Hong Kong, che perde l’1,6% (-3,4 milioni di euro).

Venendo più nello specifico al settore delle lavorazioni orafe e gioielliere, secondo l'indagine congiunturale realizzata dal Club degli Orafi in collaborazione con la Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, il settore orafo si conferma in buona salute, al punto che più della metà degli operatori prevede una crescita del fatturato. Lo conferma anche la variazione dell'indice Istat, che si attesta a +32%, nel primo semestre 2022, meglio dei settori del comparto moda e della media del manifatturiero italiano.
 
L’indagine, giunta alla seconda edizione, sottolinea come gioielleria e bigiotteria si collochino tra i performer migliori dell’industria italiana in termini di produzione, sia nel confronto con il primo semestre 2021 (+23%) sia rispetto ai primi sei mesi del 2019 (+30%). Nonostante un’inevitabile revisione al ribasso delle attese, dovuta al protrarsi del conflitto russo-ucraino e alle tensioni sui prezzi delle materie prime (che comunque interessa solo gli operatori di dimensioni minori), ben il 70% dei partecipanti all’indagine dichiara una crescita del fatturato. “La percezione degli imprenditori, confermata dall’analisi dei dati numerici, è quella di un comparto che sta vedendo una forte crescita, dopo un 2021 già eccezionale anche riferito ai valori pre-2019”, ha dichiarato Giorgio Villa, Presidente del Club degli Orafi Italia.

L'opening di VO September 2022 con organizzatori, presidenti di associazioni di settore e figure istituzionali


In questo momento a preoccupare maggiormente gli operatori, oltre alle difficoltà nella gestione dei prezzi delle materie prime, è il reperimento della manodopera, indicato dall'80% delle imprese più grandi. “Lo scenario per i prossimi mesi resta incerto e complesso, ma le imprese italiane appaiono ancora fiduciose, a fronte dei buoni risultati conseguiti e della competitività dimostrata negli ultimi anni”, ha dichiarato Stefania Trenti, Responsabile Industry Research, Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.
 
Per Jérome Favier, CEO del Gruppo Damiani (marchi Damiani, Salvini, Bliss, Calderoni, Venini, Rocca), intervistato nella giornata inaugurale del salone vicentino da Federica Frosini, direttore del magazine di IEG VO+, “l’autenticità è la chiave per arrivare al successo, perché porta con sé una carica di valori incredibili: eccellenza, versatilità, cliente”. Sempre più decisivo per conquistare il mercato, secondo lui, è il concetto di branding. “Il futuro è dei brand”, ha detto infatti, dopo aver ricordato la case history di successo rappresentata dal gruppo Damiani, per poi dare spazio alle novità dell’azienda valenzana: “Belle Epoque Reel”, collezione destinata, secondo Favier, a diventare un best seller del prossimo futuro, e il lancio della nuova campagna di comunicazione di Salvini. 
 
“La fotografia dello stato di salute del settore alle soglie della stagione Autunno-Inverno conferma i trend di ottimismo lanciati su questo palco lo scorso marzo”, ha tenuto a sottolineare Claudia Piaserico, Presidente Confindustria Federorafi. “La conferma arriva anche dai dati elaborati dal Centro Studi di Confindustria Moda, che evidenzia il quadro positivo di crescita omogenea dell’export di tutti i distretti orafi nazionali, e la conferma dei Paesi esteri d’elezione”.
 
“L’invito alla cautela è tuttavia d’obbligo, soprattutto per effetto di un quadro complicato sul fronte dei costi dei consumi di energia e gas”, ha continuato Piaserico. “Uno scenario che richiede un intervento immediato e urgente per non mettere le nostre imprese di fronte a un divario competitivo preoccupante a vantaggio della produzione estera. Non vanno vanificati i risultati concreti di un comparto che viaggia deciso sul fronte dell’internazionalizzazione, grazie anche alle iniziative promosse in collaborazione con Agenzia ICE, e della formazione, con politiche che hanno portato al +4% di assunzione di giovani addetti nelle imprese negli ultimi sei mesi”.

Fope, collier della collezione "Luna"


“Italy is simply extraordinary” è la frase che ha concluso il video promozionale, mostrato il primo giorno di fiera, di Agenzia ICE, il cui direttore generale Roberto Luongo ha ricordato come ICE, il governo e il Ministero degli Affari Esteri stiano imponendo una strategia di internazionalizzazione dei singoli settori del sistema Italia sui mercati internazionali: “Nel 2021 abbiamo ottenuto un risultato straordinario di export, pari a 516 miliardi, in crescita del 20% rispetto al 2020 e addirittura in aumento del 7% rispetto a quell’anno record che fu il 2019, risultati che si sono conseguiti per l’importanza dei singoli settori. Il prodotto interno lordo deriva per il 32% dall’export, e il Veneto è un esempio lampante che mette insieme sistemi produttivi, turismo, attrazioni, investimenti e internazionalizzazione attive; ICE”, ha concluso Luongo, “ha portato circa 400 operatori insieme a IEG, e stiamo contribuendo affinché Vicenza diventi sempre più la piattaforma mondiale di riferimento del settore orafo”.

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