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20 set 2019
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Vestiaire Collective svela il pop-up green a Milano con Eco-Age

Pubblicato il
20 set 2019

Vestiaire Collective ha presentato a Milano il suo ultimo progetto retail di moda eco-friendly. In occasione della fashion week, l’azienda francese di articoli second-hand ha allestito un pop-up all’interno della boutique "Tearose", nel Quadrilatero della Moda, dove espone una selezione di pezzi unici che hanno fatto la storia del fashion.

Da sinistra, Sophie Hersan, Livia Firth e Carlo Capasa


Lo spazio, aperto per 5 giorni dal 18 settembre, ospita capi di ready-to-wear firmati Valentino anni ’60, o Chanel, Versace e Armani anni ’90, abiti couture di Givenchy e accessori vintage di Cartier, Chanel e Chloe.

Alcuni di questi capi saranno dati in prestito agli invitati VIP dei Green Carpet Fashion Awards di Camera Moda, che è partner del progetto insieme a Livia Firth, cofondatrice e direttore creativo di Eco-Age.

“Sono particolarmente entusiasta di questa iniziativa. Una presentazione di questo tipo rappresenta infatti una prima volta per noi”, dice a FashionNetwork.com Sophie Hersan, cofondatrice e direttore fashion della piattaforma francese (insieme a Fanny Moizant, che ne è la presidente), incontrata all'interno del pop-up da "Tearose" durante la Milano Fashion Week. “Oggi festeggiamo così il nostro primo decennio di esistenza e il punto di partenza per una nuova era all’insegna della sostenibilità”.

“Quando abbiamo creato Vestiaire Collective”, ha spiegato inoltre Sophie Hersan, “avevamo il desiderio di creare un’evoluzione nel mondo della moda e mettere la circolarità al centro del settore e nel cuore del consumatore. Quasi 10 anni dopo, abbiamo creato un’appassionata community globale di più di 8 milioni di membri amanti del second-hand in oltre 50 Paesi. Questa partnership vuole essere un modo per celebrare i traguardi raggiunti nella moda sostenibile, ma anche evidenziare quanto sia fondamentale collaborare insieme se vogliamo apportare dei cambiamenti concreti”.

“Non inseriamo mai nella piattaforma un marchio solo perché è famoso, ma guardiamo ai prodotti, alla loro qualità e al savoir faire che hanno alle spalle”, aggiunge Sophie Hersan. L’Italia rappresenta il 10% del giro d’affari di Vestiaire Collective, “e va molto bene, come del resto Inghilterra, Germania e Spagna, ma i prodotti italiani hanno una marcia in più, perché sono desiderati dappertutto nel mondo per il loro heritage e la loro qualità. Ciò che fa la differenza in positivo per noi è la community di utilizzatori iscritti che si è costruita attorno a Vestiaire Collective. L’essere un sito davvero comunitario è il nostro principale punto di forza”.
 
L’azienda ha 50 dipendenti che operano esclusivamente nel campo del controllo qualità ed autenticità dei capi, una forza lavoro fondamentale per mettere in vendita gli articoli di seconda mano sul portale. “Di essi 25 si trovano in Francia e 10 lavorano negli Stati Uniti”, rivela la Hersan. “E all’interno dell’azienda abbiamo una scuola/accademia di formazione”.

Eco-Age


Fondata a Parigi nel 2009, Vestiaire Collective dispone di sedi a Parigi, Londra, New York, Milano, Berlino e Hong Kong. La società (che propone oltre 900.000 articoli, di cui 3.500 nuovi al giorno) non comunica più il proprio fatturato. Nell’esercizio 2016 superò i 100 milioni di euro di giro d'affari.

Negli ultimi mesi, la piattaforma francese ha completato un round di finanziamento pari a 40 milioni di euro. A guidare l’operazione, Bpifrance, la banca d'investimento nazionale francese, e il CEO di Vestiaire Collective, Max Bittner, salito in carica lo scorso novembre. Anche gli attuali azionisti Eurazeo, Vitruvian Partners, Idinvest Partners e Balderton Capital hanno reinvestito nel round.

Inoltre, Vestiaire Collective ha appena lanciato un nuovo programma di direct shipping che coinvolge i brand presenti sulla piattaforma ritenuti i più affidabili per quanto riguarda tempistiche di consegna e qualità degli articoli, e ha sviluppato il programma "Circularity Collab", grazie al quale i brand godranno di canali di accesso dedicati sulla nuova pagina di Vestiaire Collective dedicata proprio al direct shipping e di una settimana di visibilità esclusiva sulla homepage della piattaforma. 
 
Recentemente il portale ha anche diminuito le commissioni, con un massimale di 15 euro per gli oggetti venduti a meno di 150 euro e di 1.500 euro per i capi venduti a prezzi superiori a 7.500 euro. Una modifica che punta ad attrarre nuovi venditori CtoC.

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