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AFP-Relaxnews
Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
8 apr 2023
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Verso la fine delle tinture chimiche nella moda?

Di
AFP-Relaxnews
Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
8 apr 2023

L'industria della moda è pronta per tornare ai coloranti sostenibili? Onnipresenti prima della rivoluzione dei coloranti sintetici nel XIX secolo, i coloranti naturali hanno recentemente fatto un timido ritorno nell’universo fashion, nonostante la loro resistenza e qualità discutibili. Un problema che l'iniziativa globale Fashion for Good sta ora affrontando con il lancio di uno strumento digitale pilota destinato a democratizzare l'uso dei coloranti ecologici.


Nocivi per gli esseri viventi, oltre che per l'ambiente, i coloranti artificiali utilizzati nella moda per tingere i vestiti sono tra le più pericolose fonti di inquinamento.

Mentre le normative europee sono tra le più severe in questo settore, alcuni Paesi in cui vengono prodotti tali coloranti, come la Cina e il Bangladesh, non sono soggetti alle stesse direttive e subiscono il peso maggiore di questo inquinamento. È il caso di molti corsi d'acqua e fiumi in Cina, nei quali vengono scaricate le acque reflue degli stabilimenti chimici che li costeggiano, con conseguenze dannose per gli abitanti che vivono nelle aree circostanti.

A causa dell'emergenza climatica, alcuni attori del settore hanno iniziato una trasformazione per rivolgersi a coloranti più sostenibili, in particolare creati da frutta, verdura, piante e persino rifiuti alimentari. Ma questi ultimi oggi sono considerati meno resistenti.
 
Questa situazione ha spinto l'iniziativa globale Fashion for Good a lanciare un progetto pilota per aiutare ad accelerare “il passaggio da una chimica nociva a opzioni più sostenibili”. Fashion for Good proporrà una libreria di tinture sostenibili, la Dyestuff Library, che consentirà ai suoi partner “di scegliere coloranti basati su performance competitive e parametri ambientali per un utilizzo commerciale”.
 
Un accesso alle innovazioni

Come abbiamo visto, le tinture alternative ricavate da fonti naturali sono oggi oggetto di particolare attenzione da parte dell'industria della moda. Tuttavia, “la mancanza di chiarezza sul loro livello di prestazioni” ne rende difficile la transizione su larga scala. Attraverso questo strumento digitale pilota, che assume quindi la forma di una libreria di coloranti sostenibili, Fashion for Good intende offrire all'intero settore una maggiore “visibilità” e un migliore “accesso alle innovazioni”. Il tutto supportato dai partner dell'iniziativa globale, tra i quali figurano Adidas, Inditex, Otto International, Bestseller, Target, Patagonia o Paradise Textiles.

“L'evoluzione verso un'industria più sostenibile avviene quando condividiamo le conoscenze esistenti e forniamo l'accesso reciproco alle innovazioni. È la collaborazione, non la competizione, che consentirà all'industria di trasformarsi. Attendiamo con impazienza il lancio del nostro progetto Dyestuff Library, che sarà una vasta biblioteca utilizzabile da tutto il settore”, ha dichiarato in un comunicato Katrin Ley, amministratore delegato di Fashion for Good.

Più concretamente, questo progetto consentirà di sottoporre a prove di laboratorio e test pilota quindici coloranti sostenibili per un anno intero. Il tutto per garantire la loro qualità, la loro conformità e la loro assenza di tossicità, al fine di commercializzarli. Grazie a tale sperimentazione, l'industria potrà accedere alle tinture ecologiche più performanti e avviare nuove sperimentazioni su una loro gamma più ampia.

“Abbiamo bisogno di un'innovazione nell’ambito delle tinture che ponga l’accento su pratiche meno dispendiose, riducendo il consumo di acqua ed energia. Per raggiungere questo obiettivo, è essenziale che l'industria della moda sostenga iniziative in un'ottica di espansione, in modo che le nuove soluzioni possano raggiungere un livello commerciale”, ha affermato Camilla Skjønning Jørgensen, responsabile dell'innovazione presso Bestseller, uno dei partner di Fashion for Good.

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