Roma, 16 ott. (Adnkronos/Labitalia) - "La creatività italiana destinata a scomparire? È una battuta buona solo per le barzellette, dettata dall'invidia". È lapidario Santo Versace, fratello di Gianni e a capo, con la sorella Donatella, dell'omonima maison, nel rispondere alle accuse sulla scomparsa della creatività italiana avanzate da alcuni giornali stranieri.

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"Bisognerebbe ricordare a questi signori della stampa estera che i creativi a capo di tutti i piu' grandi gruppi francesi e esteri, sono italiani: è italiano il direttore artistico di Saint Laurent, di Kenzo, di Gucci, del gruppo Cartier Richmond, di Calvin Klein uomo. Noi i creativi -ricorda Versace- li esportiamo".

Non solo il genio italiano non è destinato a scomparire, ricorda l'imprenditore, ma "anzi è destinato a crescere". La ragione è presto detta:"La nostra creatività -dice ancora- è figlia del Rinascimento ed è alimentata dalla nostra cultura, un valore aggiuntoche gli altri non hanno. Q

uando qualche anno fa all'estero mi chiedevano -ricorda Versace- come mai la moda italiana fosse la prima nel mondo, io dicevo: la domanda è mal posta. Mi dovete chiedere comemai la moda italiana è diventata la prima nel mondo cosi' tardi. Abbiamo avuto povertà e guerre e ciononostante, sono sorti grandi talenti come quelli di Salvatore Ferragamo. Eravamo un Paese di contadini analfabeti ma quando il Paese è ripartito, dopo la guerra, è esplosa la moda".

Versace ama sottolineare come i grandi della moda italiana sianonati "dentro la bottega". "Ferragamo -ricorda Versace- era un ciabattino ed è diventato un artista eccezionale. Una storia che mi ricorda molto da vicino quella di mio fratello Gianni". Ma anche altrigrandi artigiani hanno seguito lo stesso percorso e l'ultimo pensiero è dedicato a Giorgio Armani, per il quale conclude Versace "sarebbe giusta la nomina di senatore a vita".