Ansa
28 apr 2016
Versace apre in Iran
Ansa
28 apr 2016
L'Alta Moda italiana raddoppia la sua scommessa sul mercato iraniano: anche Versace ha inaugurato il suo primo negozio mono-marchio a Teheran, dopo che lo scorso 19 febbraio erano state aperte le vetrine di Roberto Cavalli.
Le due boutique, avamposto del brand più apprezzato e riconosciuto del "Made in Italy" nel mondo, si trovano a fianco una dell'altra a Via Alef 1, una strada nel ricco quartiere di Zaferaniyeh a nord di Teheran, che un domani potrebbe diventare la Via Monteleone della capitale iraniana. E' ciò che sperano gli imprenditori iraniani, guidati da Medhi Firouzan, presidente del gruppo KelideTalaei, che hanno ottenuto l'esclusiva per la Repubblica islamica sia del marchio Versace sia di Cavalli.
"Siamo veramente convinti che il "made in Italy" potrà avere un futuro veramente interessante nel mercato iraniano" , ha spiegato Elias Saramin, businessman italiano, già designer di Versace e Cavalli e attualmente consulente generale del gruppo iraniano. "Abbiamo vinto una scommessa affascinante e impegnativa, riuscendo ad aprire i primi due negozi di fashion a Teheran, legati a due famosi stilisti italiani, che potranno essere pionieri di una nuova era ", racconta.
"L'Iran è un mercato molto vicino a quello italiano, per cultura, per gusto, per la gioia di vivere, anche se purtroppo all'estero si hanno idee molto stereotipate di questo paese. La cosa più difficile, in un'operazione partita quando era ancora in corso l'embargo, è stato proprio quella di convincere gli imprenditori italiani a puntare su un paese ben diverso da quello descritto per tanti anni. Tanto è vero che il negozio di Cavalli sta andando già molto bene", aggiunge.
Adesso è la volta di Versace, lo stilista delle top-model: i vestiti da sera che esaltano la femminilità, le borse e le scarpe eleganti e raffinate, la linea maschile che coniuga lo stile sportivo con quello classico già affascinano i primi clienti della boutique. Il costo di abiti e accessori non sono un problema per una classe ricca e amante del lusso, formatosi nella Repubblica iraniana nonostante (o - secondo alcuni- grazie) all'embargo e alle ritrettezze economiche.
Qualcuno, mentre i camerieri volteggiano con vassoi di pasticcini e bibite non alcoliche, già si mette in fila ai camerini nel giorno dell'inaugurazione.
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