9 feb 2021
Valextra: Xavier Rougeaux nuovo CEO, Ralph Toledano nel board
9 feb 2021
Il marchio milanese specialista in pelletteria di lusso Valextra ha nominato Xavier Rougeaux suo nuovo Amministratore Delegato. Una nomina già effettiva, si apprende, dalla fine di gennaio. È il quarto cambio di CEO in un decennio per il brand. Un preludio alla sua vendita, come indicano da tempo alcune indiscrezioni?
Nell'ambito della riorganizzazione del management di Valextra, la società italiana ha anche nominato Ralph Toledano, dirigente di grandissima esperienza e presidente della Federation de la Haute Couture et de la Mode (l'organo che governa la moda francese), nel suo consiglio di amministrazione.
Oltre ad essere presidente di Victoria Beckham, Toledano è anche membro del board di Neo Investment Partners, il veicolo di investimento privato britannico fondato dall’imprenditore francese David Belhassen che possiede partecipazioni significative anche nei marchi AMI Paris, Miller Harris, Ladurée, Tom Dixon o Alain Mikli, e pure nella catena italiana di ristoranti Obicà, fondata nel 2004 dall'intenditore internazionale di fine living Silvio Ursini, per 20 anni direttore creativo di Bulgari. Neo ha acquisito una quota del 60% di Valextra nel 2013 per 25 milioni di euro.
Prima di entrare in Valextra, Rougeaux era il CEO di Smythson a Londra. In precedenza ha ricoperto posizioni senior in marchi di lusso come Loro Piana, Sergio Rossi e proprio Valextra, di cui era stato direttore commerciale tra il 2015 e il 2016.
“Gli azionisti sono lieti di riaccogliere Xavier in Valextra, e gli augurano un grande successo nel suo nuovo ruolo”, ha indicato la società in un comunicato.
Fondata nel 1937 da Giovanni Fontana a Milano, Valextra si guadagnò inizialmente una reputazione internazionale per la produzione di borse molto costose in pelli esotiche, come l'alligatore e l'ippopotamo. Oggi l’azienda è più conosciuta per la sua caratteristica pelle di vitello martellato a grana morbida e un approccio ‘no logo’. Le borse di Valextra sono state portate da personaggi del calibro di Gianni Agnelli, Jackie Onassis, Sharon Stone e Reese Witherspoon.
Rougeaux sostituisce Sara Ferrero, che era CEO di Valextra dal 2015, e così il manager francese diventa il quinto Amministratore Delegato assunto da Valextra negli ultimi dieci anni.
Durante il suo mandato, Ferrero ha orchestrato varie collaborazioni con marchi e creatori di moda. Lo scorso febbraio, ha curato una co-lab unica con cinque marchi di stilisti di ricerca – Plan C, Sunnei, Massimo Alba, Arthur Arbesser e Double J – presentata nel flagship del brand di Via Manzoni a Milano pochissimi giorni prima dell’inizio del lockdown causato dalla pandemia di Covid-19. Sebbene la collaborazione abbia portato alla creazione di prodotti notevoli e realizzati sapientemente, la strategia alla sua base sembrò all’epoca piuttosto vaga e di difficile comprensione, vista la mancanza di uno stilista ‘di cartello’, il cui nome saltasse immediatamente all’occhio.
“Gli azionisti, il consiglio di amministrazione, il management e l'intero team di Valextra ringraziano Sara Ferrero per i risultati raggiunti in termini di crescita e rafforzamento del marchio Valextra sui mercati internazionali. Le auguriamo il meglio, professionalmente e personalmente, per il futuro”, ha tenuto a sottolineare il marchio di Milano nella sua nota.
La nomina del dirigente transalpino potrebbe rappresentare il preludio a prossimi sconvolgimenti nella compagine societaria dell’etichetta italiana? Rumours in questo senso hanno infatti cominciato a trapelare sin dallo scorso luglio 2020, quando Il Sole 24 Ore aveva anticipato la volontà dell’azionista di maggioranza Neo Investment Partners di uscire dalla società, e che il pretendente principale – in mezzo ad altri fondi di private equity – sarebbe il colosso francese del lusso Kering.
Sarebbe un ritorno di fiamma il suo, visto che il gruppo guidato da François-Henri Pinault si era interessato alle sorti di Valextra quando si chiamava ancora PPR (Pinault-Printemps-Redoute). Secondo il quotidiano economico, se non ci fossero stati i numerosi lockdown e la crisi sanitaria globale, l’affare si sarebbe già concluso.
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