Valentino: cupo romanticismo per un drastico cambio di marcia
Proprio quando tutti hanno iniziato a brontolare, anche se in modo molto discreto, trovando la recente ossessione di Pierpaolo Piccioli per i volumi un po' troppo prevedibile, addirittura noiosa, ecco che lo stilista italiano se n’è uscito con una collezione magica, dal romanticismo oscuro, e ha dato il via a un sottile cambio di marcia da Valentino.
La prima fila della sfilata di Valentino è stata sicuramente la più glamour tra tutte quelle programmate domenica 1 marzo, con decine di clienti eleganti vestite con abiti floreali dalle tinte acidule, super glam. La summa della femminilità chic. In compenso, la sfilata, ha rappresentato uno stiloso mix di sofisticato stile punk mescolato con una nobiltà da star del cinema.
“Nessuna categoria. Non sto parlando di mix di generi, intendo dire che le persone sono individui indipendenti e indossano ciò che vogliono. Come nel mio primo look, che era un cappotto da uomo come quello della nostra sfilata di moda maschile, ma stavolta indossato da una donna”, ha spiegato Piccioli nell’affollato backstage dello spazio ricavato su misura da Valentino per lo show, a ovest della Tomba di Napoleone.
La musica creava l'atmosfera, con un quintetto d'archi che ha suonato colonne sonore originali di film, e Billie Eilish che ha interpretato un emozionante remix di “All The Good Girls Go To Hell”.
D'altra parte, in una casa di moda il cui colore emblematico è lo scarlatto ‘rosso scandalo’, la quasi totalità dei primi 20 look era di colore nero. Ancora una volta, come nell’ultima collezione di menswear della griffe, dei cappotti di seta meravigliosamente ondeggianti e dei longilinei spolverini di pelle erano decorati con immagini che rappresntavano fiori o steli – in tonalità e sfumature inattese, dall'argento pallido al rosso sfumato.
Tutto era completato da stivaletti (a parte qualche abito a tubino per vincitrici degli Oscar): scarpe da militari della NATO, in stile punk rock, o stivali Chelsea con suole in schiuma spesse otto centimetri. Tutti i raffinati cappotti in cashmere rosso o gli abiti pieghettati da padrona di casa della buona società, nella medesima tinta, erano abbinati a stivali da teppisti inglesi. Del punk-chic che non sembrava mai retrò, ma fresco e sempre con un’aura di novità.
E Piccioli ha anche presentato una bellissima nuova borsa, tempestata di petali in rilievo. Sotto il nome di Valentino Garavani Atelier, sarà sicuramente un grande successo.
Tutto questo è stato l’antipasto di una finale maestoso, fatto di numerosi abiti a colonna in seta e mussola degni di Afrodite, che hanno ottenuto un forte applauso quando lo stilista è uscito a salutare il pubblico, rimanendo a lungo sulla passerella – addirittura è salito sul palco per abbracciare i musicisti.
Un cambio di marcia in termini di strategia stilistica, e una boccata d'aria fresca per la moda parigina, in questa giornata lugubre e triste.
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