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14 giu 2011
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Urbanistica commerciale: è l'ora della ripresa in Europa?

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Pubblicato il
14 giu 2011

Cushman & Wakefield ha recentemente pubblicato un quadro piuttosto variegato ed eterogeneo dell'evoluzione del settore immobiliare commerciale in Europa. Certamente, secondo lo studio, l’anno 2010 ha fatto registrare il più basso livello di sviluppo di nuovi centri in Europa dal 2004. "5,2 milioni di m² di centri commerciali hanno aperto nel 2010, vale a dire una calo del 30% rispetto al 2009 e del 45% rispetto a un'annata 2008 che aveva visto il volume di transazioni più alto mai registrato sul continente", sottolinea Christian Dubois, direttore generale di Cushman & Wakefield Francia. La società di consulenza tuttavia, rileva un freno a questo ribasso nel 2011, con 6,9 milioni che dovrebbero essere inaugurati, quindi con un aumento del 33% rispetto al 2010. Tutto questo "se, ben inteso, l’insieme dei progetti sarà portato a termine, malgrado le incertezze ancora prevalenti sul piano economico", sottolinea Cushman & Wakefield.


Il MIllénaire di Aubervilliers (Foto: Pixel Formula)

Soprattutto, in Europa si verifica un vero squilibrio. Così, il 40% delle aperture previste entro il 2012 in Europa poggia su Russia e Turchia. Nel 2010, i Paesi dell'Europa Centrale e dell’Est hanno concentrato su di sé più del 60% del volume totale di aperture del 2010. L’anno scorso per esempio, con 1,3 milioni di m² aperti, la Russia ha realizzato un quarto dei volumi di aperture di centri commerciali in Europa. Il centro più grande infatti ha aperto a Voronej (City Park) su 144.300 m². Da notare anche, sempre secondo lo studio di Cushman & Wakefield, che i progetti moscoviti non costituiscono più del 20% dell'insieme delle aperture previste da qui alla fine del 2012 in Russia, mentre quelli di Istanbul costituiranno circa il 60% delle aperture previste in Turchia durante lo stesso periodo. In questi Paesi si è ancora lontani dalla densità media dei centri commerciali per 1.000 abitanti dell'Europa dei 27. in Russia, è di 80 m² e in Turchia di 72 m² contro 235 m²! "Questi due mercati sono ancora lontani dall'aver raggiunto una piena maturazione e, tenuto conto delle loro prospettive di crescita, offrono ancora numerose opportunità", fa notare Christian Dubois.

In Europa Occidentale, le cifre sono molto minori, anche se il volume delle aperture resta importante. L’Italia, per esempio, mantiene il primo posto della classifica con 350.000 m² aperti nel 2010. La Spagna arriva seconda con 270.000 m², pur se la crisi sta colpendo duramente questo Paese. In Francia, terza nazione della classifica in Europa Occidentale, Cushman & Wakefield prevede su un'accelerazione dell'offerta nel 2011 e 2012, la quale dovrebbe far ritornare l'Esagono in seconda piazza. Come principale esempio al riguardo, l'agenzia cita la recente inaugurazione del Millénaire ad Aubervilliers e del centro Lyon Confluence dell'inizio 2012.

Lo studio specializzato rileva a livello globale un notevole incremento degli investimenti negli immobili commerciali nel 2010: ben 38,5 miliardi di euro, cioè un +72% rispetto al 2009. In Francia, sul primo trimestre 2011, sono stati 550 i milioni di euro investiti nel Paese, vale a dire un +78% rispetto allo stesso periodo del 2010. "La quota delle attività commerciali nel totale degli importi investiti in immobili commerciali ammonta al 22%, contro la media annua del 13% di questi ultimi dieci anni", scrive Cushman & Wakefield.

Tuttavia, secondo Bruno Ancelin, responsabile degli investimenti commerciali di Cushman & Wakefield, "le aziende continueranno a privilegiare i centri meglio consolidati e dalla reputazione più solida in Francia. La tendenza al rinnovamento dell'esistente si vedrà così confermata, con un aumento delle operazioni di estensione e dei progetti di riqualificazione a scapito dei progetti realizzati ex-novo".

Jean-Paul Leroy (Versione italiana di Gianluca Bolelli)

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